Sciamani metropolitani, buskers festival, psichedelia, blues, Jefferson Airplane: frullate il composto, fatelo bere a una cantante vincitrice del premio Janis Joplin (Carmen Cangiano) e a un chitarrista di chiara matrice blues rock (Claudio Fabbrini) ed ecco Outta Kali Phobia, il primo disco dei CarmenSita.

“Fuori dal caos di Kali” (questo il significato del titolo) contiene anche influssi orientali, ma la sostanza è piuttosto black, sia dal versante blues, sia verso spunti soul, ma con marcati accenti psichedelici a rendere tutti più felici.

La title track Outta Kali Phobia apre il disco con le note di una chitarra acustica slittante. Allora siamo sull’acustico? Sì e no, perché la canzone a un certo punto sgattaiola verso tendenze di blues pischedelico piuttosto sognante ma anche accelerato.

Sono invece le percussioni ad aprire la strada a Don’t forget to dance, con un chiaro retrogusto di Summer of Love. Dentro Move On invece non è necessario spingersi troppo in là per riconoscere gli stilemi del blues acustico ben eseguito, con una coda prolungata.

Con un’apertura che può richiamare i panorami della morrisoniana The End, sorge all’orizzonte La Noia Ha Fame, unico brano in italiano del disco, dal passo moderato almeno per un tratto, almeno finché la chitarra non decide che si deve correre.

Si va alla ricerca di Etta James invece con tutte le evoluzioni di She’s a Godness. Con Trouble gli elementi sono ancora più essenziali: la voce, le percussioni, suoni lontani, l’inquietudine.

Si chiude con Deep Water, una ballata soul che rispetta gran parte dei canoni tradizionali, mettendo in evidenza soprattutto la voce di Carmen.

Non ci sono cali né punti di frattura in un disco che riesce al contempo a essere fluido e solido. Le qualità di Fabbrini e Cangiano sono talmente evidenti che non vale la pena nemmeno enfatizzarle.

Il diffondersi progrssivo della riscoperta della psichedelia delle origini, soprattutto se come in questo coniugata alla matrice blues, sta regalando piccoli gioielli alla musica italiana. Per esempio questo.

One thought on “La recensione: “Outta Kali Phobia”, CarmenSita #TraKs”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi