“3d Generation”, The Backlash: la recensione #TraKs
Si chiamano The Backlash e non fanno mistero di essere influenzati dal pop-rock britannico, che si tratti della British Invasion degli anni Sessanta, del britpop dei Novanta o dello shoegaze seguente.
Ne è conferma 3rd generation, ep da sei canzoni firmato dal quartetto, nato a Milano ma consolidato grazie a svariati concerti eseguiti nel corso dei quasi tre anni di vita della band.
C’è un buon lavoro di basso a fornire un groove di buon livello a Great Big Chance, che apre l’ep con suoni vintage e ritmi del tutto contemporanei, compreso un finale piuttosto accelerato.
E’ un countdown a introdurre Run!, che in realtà corre un po’ meno della precedente. L’atteggiamento si fa più abrasivo in Black Ice Eyes, in cui le ammesse influenze britpop sono forse anche più profonde, fatto salvo per qualche accenno di assolo di chitarra.
Più veloce New Course, in cui di nuovo la chitarra assume una posizione di preminenza, mentre in SFC le atmosfere si fanno più intime e raccolte, ma senza esagerare.
Parte piano ma cresce in intensità Spin ‘Round, ultima traccia dell’ep che non perde la buona spinta che la band ha dimostrato fin dall’inizio dell’ep.
Buona l’energia della band, non sempre originalissime le idee ma l’ep si lascia ascoltare con piacere e non è difficile vedere le potenzialità di qualche buono sviluppo futuro per la band.