Si chiama Matrimoni e funerali il nuovo album di Cisco, tre anni dopo Fuori i secondi. L’ex cantante dei Modena City Ramblers non riesce comunque a fare un album “da solo”, visto che ama circondarsi, anche in questo caso, di amici e di ospiti.
Come agnelli in mezzo ai lupi apre il disco su vaghi retrogusti di patchanka e su ritmi moderati. Ma basta passare a Sangue, sudore e merda per avvertire le variazioni di velocità, che puntano verso un punk-ska con colori centroamericani.
Chiagne e fotte conserva atmosfere morriconiane, ma parla di un Paese che non è l’America. Con l’introduzione del Coro delle Mondine di Novi arriva poi Il girrarrosto, sulle alterne fortune della vita e del mondo, tra Jannacci e le big band di stampo jazzistico.
Piuttosto abrasiva la chitarra di Supermarket, duetto con la voce di Pierpaolo Capovilla, nonché indice di una crescita musicale di Cisco in termini di costruzione del suono.
Si torna alle trombe messicane con Marasma, che parla di guerra su ritmi veloci. Altrettanto rapida Matrimoni e funerali, la title track, che insieme ad Angela Baraldi prende però anche direzioni mediterranee e differenti in corso d’opera. Per te soltanto si spinge a temi cosmologici con l’aiuto della tromba.
Si rallenta fino a raggiungere ritmi reggae e dub con Piedi stanchi, carartterizzata da suoni profondi ed evocativi. Il tuo altare prevede la partecipazione del Piotta, che infonde energia in un brano piuttosto meditativo. Cenere alla cenere chiude il disco su note, opportunamente, funeree, con violino annesso.
Ci sono sensazioni opposte nell’ascoltare un disco come questo: da una parte si fanno inevitabili paragoni con quello che era Cisco vent’anni fa, alla guida di un gruppo entusiasta e rumoroso.
Dall’altra non è possibile non notare la crescita del cantautore. Che talvolta ricade nel vizio di qualche accusa troppo generica, ma che quando scende nei particolari e racconta storie lo fa con convinzione, e ora sa accompagnare il tutto anche con strati di musica varia e interessante.