Chissà che cosa ne avrebbe detto Heidi: si chiama Rottami il secondo disco di Fraulein Rottenmeier. Calato profondamente nel mondo musicale della dance e dei generi consimili, il disco è tutto cantato in italiano e molto aderente alla realtà sociale di questi anni.
Si parla di crisi, di precarietà, di persone a cui si dice: “Non servi a niente”. Sembrerebbe una pagina strappata dalla quotidianità di ognuno, ma l’effetto straniante della musica che l’accompagna fornisce uno sfondo del tutto inconsueto.
Dopo l’apertura, nei pressi dello spirituale, affidata ad Avresti vinto tu, arriva il singolo Rumore: in mezzo agli stilemi della dance, propone un testo che, come per tutto il resto del disco, è calato nelle tematiche della società contemporanea.
C’è poi Salta con me, che viaggia in crescendo, con un ritornello quasi melodico. I nostri nomi è presentata come “la canzone romantica di Rottami”, e in effetti si parla di amore ma non solo. Le percussioni sono sempre piuttosto roboanti, i sample usati come oggetti contundenti, le vibrazioni molto forti e sottolineate.
Pugno sul tuo grugno è sostanzialmente un pezzo new wave, con parentele espressive con l’elettropop degli anni Ottanta, che dichiara intenti piuttosto bellicosi soprattutto nei confronti della pubblicità.
Il pezzo più curioso è l’entusiasmo popolare simulato all’interno di Morta Maria (a quanto si capisce, la Maria in questione sarebbe il simbolo di certa ignoranza italiana, e ognuno capisce ciò che vuole capire).
Anche Hai mangiato un limone? non scherza quanto a stranezze, ma l’oggetto del disprezzo in questo caso è la saccenza di certi personaggi, in salsa pop. La parte C abiura la discoteca a favore del rapporto di coppia, almeno stando al testo, ma non quanto a percussioni. Certo che se deve finire con l’encefalogramma piatto, meglio la disco.
Si chiude all’oscuro, con Così potente: l’abito del pezzo è filtrato e cangiante, le percussioni non lineari, la voce ricca di effetti. Si parla di dipendenze ed è una chiusa molto adatta per un album variegato e con punte di stravaganza.
Dipende dai gusti: c’è chi avverte due battiti di una canzone dance e cambia canale a prescindere, c’è chi attende e ascolta. Chiaramente il lavoro di Fraulein Rottenmeier non fa riferimento alla dance più vuota di contenuti, ma anzi attinge al lavoro dei dj europei più avanzati, riempiendo però i testi di contenuti “cantautoriali” molto italiani.
“Rottami” alterna atmosfere di tipo molto differente, accoglie lezioni provenienti da decenni diversi, non ha paura di sporcarsi le mani e accanto a pezzi molto smaccatamente dance, come “Rumore”, fa spazio anche a brani che non sfigurerebbero in un disco dei Subsonica.
Anche tra i fumi della discoteca, a volte la pazienza e la capacità di ascolto è la migliore virtù. E questo disco ne è la riprova.