Tensor: abbiamo cercato insieme un’identità e un suono globale

Tensor

Nato quasi per caso, il progetto strumentale Tensor ha di recente prodotto un ep omonimo. Abbiamo rivolto qualche domanda a Marco “Benny” Pretolani e Matteo Castagnoli, le due metà del duo.

Ci raccontate come nasce il vostro incontro e il progetto Tensor?

Il progetto Tensor nasce durante il periodo di clausura dovuta al Covid. Ci siamo trovati per pura curiosità. Matteo vendeva un pedalino per chitarra che appunto si chiama Tensor e io, pur essendo sassofonista, lo contattai per acquistarlo perché in quei giorni avevo iniziato a sperimentare l’effettistica da chitarra sul sax e clarinetto. Matteo, curioso di sentire cosa potessi fare, mi mandò delle tracce. Composi qualche linea melodica e sperimentai, ancora acerbo, qualche suono.

In questa infinita bolla temporale, le abbiamo ampliate e abbiamo cercato insieme un’identità e un suono globale. Quelle stesse tracce son poi diventate il disco che ascoltiamo in questi giorni.

Su quali suggestioni avete lavorato per ottenere l’ep d’esordio?

Beh diciamo che abbiamo dovuto veramente utilizzare tutta la nostra fantasia e immaginazione, dato che il periodo storico ci stava letteralmente succhiando via la vita. Ci siamo immaginati di poter, grazie alla nostra musica, regalare l’idea di poter visitare quei luoghi che ci avevano proibito, tipo gli spazi aperti e gli stati d’animo importanti come la tranquillità e il relax.

Che futuro avrà questo progetto? Sarà un side project rispetto alle vostre attività con altre band oppure avete in mente un sodalizio duraturo e stabile?

Be’ al futuro non si comanda, come al cuore, ma la nostra intenzione è continuar a far vivere Tensor e continuare a collaborare con altri artisti, come è successo per il live del Bronson che invitammo Fabio Nobile, batterista eclettico di levatura nazionale.

C’è qualche progetto musicale che ha colpito particolarmente la vostra immaginazione di recente?

Matteo Castagnoli: Personalmente quando penso ai Tensor i miei riferimenti, di certo differiscono da quelli di Marco. Credo che la vera forza del progetto risieda esattamente nella diversità dei nostri due background, e questo a mio avviso è un plus.

Quando butto giù qualcosa le influenze maggiori per quanto mi riguarda vengono da Artisti come Boards of Canada, Alva Noto, Eliane Radigue, Pole e tutto l’immaginario teutonico della Kosmische Musik / Krautrock dai Neu! ai Kluster fino ad arrivare a Manuel Gottsching e la suo mitico E2-E4.

Nel panorama musicale contemporaneo allo stato attuale vedo e sento veramente poco che mi emoziona. Gli Algiers da Atlanta, stanno facendo un percorso importante a mio avviso e dal vivo hanno un’urgenza molto coinvolgente con una ricerca sonora incredibile. Seguo anche qualche artista Italiano come Abul Mogard e molte band locali della nostra Romagna, che seppur siano per lo più sconosciute, di certo non sfigurerebbero su palchi più importanti dei piccoli barettini della riviera dove di solito navigano. Questo per me rimane un mistero. C’è molto da fare per risollevare le sorti della musica indipendente italiana, che al momento tocca in termini qualitativi il minimo storico.

Quali sono i piani che porterete avanti per l’estate?

L’obiettivo per l’estate romagnola è quello di adattare la nostra performance a un djset/live più snello e ballabile, come dire “Un vestito per ogni stagione” per poi concentrarci durante l’inverno per scrivere musica nuova e sperimentare nuove collaborazioni.

Pagina Instagram Tensor

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