Galapaghost, “Live in Arezzo”: recensione e streaming
Solitamente non recensiamo i live, anche perché ormai ne escono pochissimi. Ma qui a TRAKS siamo terribilmente a favore dei concertini, delle dinamiche live minuscole e raccolte, delle performance dal vivo in cui puoi davvero vedere in faccia l’artista e stringergli la mano a fine concerto, senza nemmeno aver fatto la fila per i token per fare la fila per una birra.
Ecco perché recensiamo il nuovo lavoro del progetto solista di Casey Chandler, Galapaghost, che torna con un nuovo disco registrato dal vivo: Live in Arezzo, disponibile su tutte le piattaforme digitali. Il musicista e songwriter di Woodstock, attualmente residente in Italia per una coraggiosa scelta d’amore, festeggia così i suoi 15 anni di percorso musicale come Galapaghost, tre dei quali passati proprio qui, in Italia. Un nuovo capitolo che si aggiunge alla sua autobiografia musicale che comprende anche episodi molto sentiti e importanti, come la sua esperienza con il cancro.
Casey Chandler è attualmente impegnato anche come autore di colonne sonore, tra le sue collaborazioni più significative anche quelle con Gabriele Salvatores per Il Ragazzo Invisibile per la promozione della serie Netflix Tredici.
A marzo di quest’anno, ho tenuto un meraviglioso concerto ad Arezzo al Malpighi Sofa insieme al mio amico Federico. Il pubblico era eccezionale e c’era un’atmosfera magica quella sera. Solo dopo lo spettacolo ho scoperto che l’intero concerto era stato registrato, il che mi ha reso estremamente felice! Così ho deciso di pubblicare questo album live per celebrare i 15 anni di musica come Galapaghost. Ho iniziato a registrare il mio primo EP nell’autunno del 2009 e, dopo aver rilasciato numerosi album e EP nel corso degli anni, ho sentito che era giunto il momento di un album dal vivo. È molto importante per me che sia stato registrato qui in Italia, dove quasi 13 anni fa è iniziata la mia carriera
Galapaghost traccia per traccia
Dopo l’Introduction, che è sostanzialmente la presentazione del concerto, iniziano le note morbide e acustiche di La Mia Melodia, cantata in inglese a dispetto del titolo, e figlia di un cantautorato folk particolarmente ricco e pregno di significati.
Good Evening Wild Whimsical Dreamland si colora di nostalgie e allunga le vocali a sottolineare alcune tristezze che girano per la stanza. Casey dice che probabilmente piangerà e annuncia un pezzo su suo padre, Peach Fuzz, che è più animato e ricco di ricordi infantili.
Dopo la presentazione del musicista Federico (“my brother from another mother”) parte Supercentenarian, che si muove in atmosfere piuttosto dreamy, lasciando molto spazio alla voce di Chandler.
Toni molto morbidi anche quelli di A Familiar Place, che parla di nostalgie e di distanze. A seguire il nuovo singolo Test Stick Uhaul Her Can, Sir?, canzone che affronta il tema del cancro che lo ha colpito, con modi piuttosto dolorosi e coinvolgenti.
L’umore non si solleva particolarmente in una intensa Salt Lake City, corredata da falsetto finale. Vitamin D allunga le sensazioni e le note, in un percorso avvolgente.
Con Runnin’ si sale di giri: si parla sostanzialmente di una fuga e il brano si fa vivace e movimentato, anche se con momenti più riflessivi. Si viaggia verso la fine del concerto con un altro brano dall’animo un po’ più leggero, almeno per la parte sonora: la breve Truman risuona combinando ottime sensazioni.
A chiudere ecco Never Heard Nothin’, introdotta dai ringraziamenti del cantautore: un cesello attento di chitarra introduce un brano a suo modo minimale ma molto tenace nelle proprie insistenze.
Un evento intimo e ricco di sensazioni positive, a dispetto di una malinconia presente a vario titolo in tutte le canzoni: il Live in Arezzo di Galapaghost è un ritratto fedele di un momento particolarmente vivo, che invita a vedere dal vivo l’artista ogniqualvolta se ne presenteranno nuove occasioni.