“Black Karma” (Bunya Records / Believe) è il titolo del terzo album del cantautore e bluesman torinese, di base a Palermo, Buzzy Lao, disponibile in digitale a partire da oggi. Le ritmiche afrobeat e le percussioni latine, così come le chitarre e le melodie arabeggianti, donano a tutto il disco una forte connotazione di world music. Il disco, prodotto tra Parigi e Palermo da Florian Monchatre e già disponibile in vinile, sarà presentato il 18 gennaio al Biko di Milano, il 19 gennaio al Magazzino sul Po di Torino e il 1° febbraio allo Spazio Franco di Palermo.

Ho cercato di mettere in luce le ipocrisie di una società che non mette al centro l’uomo e i suoi diritti, ma che invece ne sfrutta le capacità per l’interesse di pochi. La frase che meglio descrive tutto l’album è raccolta nella title track ‘Karma’, ovvero ‘Io credo a tutti i sogni miei ma non in te’. Il tema della consapevolezza emotiva, la ricerca di sé e la rinascita personale, sempre presenti nella mia narrativa, diventano vero e proprio antidoto alle ingiustizie di una società che deve fare i conti con il ‘buco nero’ mentale e spirituale che alimenta e che nasconde sapientemente dietro falsa apparenza e futili desideri. Un conto che prima o poi dovrà essere pagato, un karma oscuro che guida le scelte di chi potrebbe fare la differenza, ma che non ha interesse nel farlo, un Black Karma di cui paghiamo tutti le conseguenze

Buzzy Lao traccia per traccia

Dopo la breve introduzione di Black, ecco Karma, che parla di odio e paure, ma anche di equilibrio, con suoni che viaggiano dal tribale all’urban e ritorno, con un sottofondo di blues che tiene insieme tutti gli elementi.

Io che non conosco più l’amore si allinea a un giro di chitarra piuttosto acido, con ritmiche intense e battiti frequenti. Il ritmo peraltro cambia secondo il momento, rendendo il brano ancora più interessante e vario.

Clima più tranquillo quello che si incontra Fra un milione di stelle, sognante ma anche malinconica. Le influenze della world music si fanno sentire in maniera costante e regalano colori e profondità.

Tempo di Rivoluzione, poi, peraltro con toni molto pacifici e suoni folk. La ricerca di una direzione orienta il brano, che alza un po’ la voce ma senza esagerare. Ecco poi 3 anni, breve intermezzo affidato alla chitarra.

Si passa a ritmiche reggae con Zohra, brano che si fa narrativo, con qualche rivendicazione da portare avanti. Con Humanity si affrontano temi piuttosto vasti, come l’estinzione dell’umanità. Il tono non è apocalittico, ma piuttosto esplorativo, senza rinunciare a una certa animazione.

C’è spazio anche per una ballad morbida e speranzosa come Piccola mia, che si fa melodica e avvolgente. L’album si conclude con Maktub, strumentale orientaleggiante giocato sui riflessi della chitarra.

Ottimo disco e ottimo lavoro per Buzzy Lao, che frulla con sapienza le ascendenze musicali ottenendo un disco ricco di sensazioni positive, anche quando parla di temi che proprio positivi non sarebbero. Molta intensità e molta cura del dettaglio, tutto decisamente apprezzabile.

Genere musicale: blues, world music

Se ti piace Buzzy Lao ascolta anche: Mombao

Pagina Instagram Buzzy Lao

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