C’è qualcosa nei nomi delle città polacche che suscita interesse e suggestione nelle band indie (e principalmente nelle città polacche, almeno per quanto riguarda l’Est Europa, a meno che qualcuno non mi porti esempi di brani indie intitolati “Bratislava”, “Zagreb” o “San Pietroburgo”). Sarà per questo che si chiama Cracovia il primo singolo con relativo video de La Belle Epoque.

La band bergamasca è in uscita il prossimo 13 novembre con il disco Il Mare di Dirac. Il video è stato girato dalla band stessa ed è composto da storiche immagini di archivio che formano un collage di evocazioni. Così La Belle Epoque racconta il clip:“A occhi chiusi e pugni stretti, immobili di fronte agli eventi. Tutto scorre troppo rapidamente e noi li, con rassegnazione. Poi gli stessi eventi scoppiano in faccia, fanno riaprire gli occhi e ritrovarsi vivi, umani. Immagini consumate, di un passato sempre attuale, a scandire una ritmica sull’orlo del precipizio: questa è ‘Cracovia’”.

Così invece il comunicato stampa anticipa il disco: “Nel 1930 il fisico inglese Paul Dirac inventa un modello teorico del vuoto visto come un mare infinito di particelle di energia negativa. E’ “Il Mare di Dirac”, concetto quantistico decisamente astratto che La Belle Epoque ha deciso di usare come titolo del suo (molto più fisico e intenso) disco d’esordio interamente autoprodotto. 

Otto tracce di indie-rock d’autore fieramente instabile ed elettrico accomunate dalla necessità di convogliare l’attenzione dell’ascoltatore verso tutto ciò che – proprio come le particelle del Mare di Dirac – spesso passa inosservato e scorre quasi senza far rumore giorno dopo giorno, ma che è quanto di più importante una persona possa desiderare nella vita come nei rapporti umani.

La formula de La Belle Epoque è quella classica del miglior indie rock d’autore, ma improntata ad un suono decisamente personale: voci e chitarre disegnano melodie a volte dolci e a volte insolite e urticanti; basso e batteria innestano soluzioni ritmiche che tolgono il respiro o aprono spazi stranianti. E di tanto in tanto un piano, una tastiera o una chitarra diversamente modulata intervengono a scompaginare ulteriormente le carte e a tendere un agguato a chi ascolta”.

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