Recensione: Kuadra, “Non avrai altro dio all’infuori di te”
Non avrai altro Dio all’infuori di te è il nuovo album dei Kuadra. La alternative metal band lombarda, reduce da oltre cinquanta date tra Italia, Lettonia, Estonia, Lituania e Finlandia a sostegno del precedente disco Il bene viene per nuocere pubblica un vero e proprio concept album.
Dieci tracce attraverso cui i Kuadra propongono un crossover con influenze rap, alternative rock e post metal. Il disco è stato registrato e mixato al Trai Studio di Inzago (MI), masterizzato da Magnus Lindberg (Cult Of Luna) e distribuito in digitale da 12Linee Records.
Kuadra traccia per traccia
Il tema religioso/provocatorio è introdotto bene dalla prima traccia, la rumorosa La grande crocifissione. Se la chitarra è impegnata a fornire supporti voluminosi, il testo cita anche Jannacci (e, volendo, Fantozzi con “la fabbrica dei mostri”, ma probabilmente non è voluta). La partenza è di forte impatto e lascia presagire ulteriori evoluzioni in nero.
Infatti si prosegue con La larva, schitarrate indie e drumming evidente per un pezzo molto elettrico. Il brano sconfina nello stoner, evento che si verificherà spesso e volentieri nel disco.
Per un mondo minore suona profondamente cupa, soprattutto in tutta la funerea parte iniziale. La tensione esplode poi in un furibondo finale elettrico. Elettrica e graffiante anche Abdul, che nel cantato si lascia andare a discorsi più lirici.
Il male contiene il volume, almeno sulle prime. Poi si viaggia su toni più aggressivi, con il procedere del pezzo. Con una pistola spara raffiche di drumming portando il livello di aggressione a piani successivi. Si procede poi per schitarrate psichedeliche nell’eucaristica Questo è un morto.
Godzilla a Milano si prende uno spazio tra ironia e smarrimento. Ma l’evoluzione del pezzo punta dritta verso mete psichedeliche e inquietanti. Corposo e consistente il lavoro del basso.
In memoria del nostro futuro accende di nuovo i motori, mai spenti, e si rivela molto elettrica. Si chiude con Mettersi in salvo, che sprofonda in alcune oscurità, prima che la chitarra la riporti in superficie.
Disco molto interessante, quello dei Kuadra, che procedono nella propria ricerca su toni forti e suoni anche più incisivi. L’idea del concept è semplice ma d’impatto, sorretta bene da tutta l’energia espressa lungo le tracce dell’album.