Forward, “Nebula”: recensione e streaming
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forwardSi chiama Nebula il disco d’esordio dei Forward, band che si forma a Bergamo nel 2009.  Dopo numerose demo sperimentali e concerti, vengono notati nel maggio 2015 da Matteo De Napoli, responsabile artistico di FIL1933 Group che, colpito dal loro sound durante un contest per band emergenti, offre loro un contratto. Dopo mesi di lavoro intenso in sala prove insieme alla produzione, nel dicembre 2015 i Forward entrano in studio per le incisioni ufficiali di Nebula.

Forward traccia per traccia

Il disco si apre con Alternative You, che ha linee melodiche ondeggianti e una struttura che è subito da mettere in rapporto con le sensazioni del rock britannico ’80-’90 e relative riprese più recenti. Crossroads segue su chiara impronta new wave: possono venire alla mente sia gli Interpol, sia i loro progenitori Joy Division, comunque con un’aura di oscurità che è stemperata soltanto in parte dalle chitarre.

Victory of the Defeated disegna trame di chitarra intense, colorandole con suoni elettronici che sgorgano inaspettatamente. Qualche eco dei primi Cure nell’introduzione di Cybertrap, soprattutto nell’attacco di basso, presto scalzato dall’ingresso delle tastiere.

Sometimes torna a toni molto oscuri, mettendo in contrasto un drumming che può far pensare a qualche episodio dei Depeche Mode e qualche dose di scintillii sintetici. Ammesso che se ne fossero andate, le sensazioni new wave riprendono possesso del discorso con Who Am I, che raggiunge buoni livelli di intensità. Ancora più oscura Closing the Circle, che viaggia a ritmi medi ma con umore piuttosto depresso.

Non che il rinascimento promesso da Renaissance suoni più ottimista: con un’intro minimal e percussioni pesanti che entrano in gioco più tardi, si pensa agli Editors e si precipita in spirale verso il basso, che qui e là ricorda anche qualche band progressive degli anni Ottanta. Si chiude con un breve remix di Crossroads.

Buon esordio per i Forward, in grado di gestire le proprie influenze con equilibrio.

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