In breve: cinque segnalazioni per te

Cinque nuove recensioni in breve per te da TRAKS: questa volta ci occupiamo di Jocelyn Pulsar, Alfredo Gargaro, Vicolo Inferno, Fujima, Mauro Vero.

Jocelyn Pulsar, “Convivenza Arcade”

Attivi dal 2003 i Jocelyn Pulsar si raccolgono intorno a Francesco Pizzinelli, autore delle canzoni ed elemento fisso in mezzo a un discreto turbinio di cambiamenti. Arriva ora Convivenza Arcade, ep da sei canzoni con atmosfere classiche da cantautore. Dopo l’apertura affidata alla title track, tra ironia e rimpianti, ecco L’indie senza il pubblico, già presentata come singolo e sostanziale manifesto “alternativo”. Del resto la scelta di stare dalla parte della nicchia e non della folla sembra essere la filosofia di base di tutto il disco. Oltre alle difficoltà delle relazioni, evidenti anche in Bella coppia. Ricordi calcistici ne L’altro Baggio, dedicata al fratello minore del Codino. Linee semplici e pensieri ansiosi in Domani mi sposo. Si chiude con In nome di Barbarella, attrice, delicata canzone in memoria di una pornostar. Un disco caratterizzato da buone qualità di scrittura e idee interessanti, quello di Jocelyn Pulsar.

Alfredo Gargaro, “Various”

Il chitarrista di impronta blues-metal Alfredo Gargaro realizza un lp full-length composto da dieci brani dal titolo Various. Per farlo, tranne che in tre strumentali, si accompagna ad alcuni eccellenti vocalist, riuscendo a fornire così colori differenti a ogni canzone. Si passa così dal metallo tradizionale di Burning Down, con Giorgio Lorito, alle sequenze post grunge di Kill The Flame, con Francesco Lattes. Ottave più alte quelle toccate da Cesare Verdacchi in She Shark, mentre si segnalano pezzi come Exodus (con Giuseppe Ciape Cialone) per l’impronta quasi speed. Con No More Free si sceglie una voce femminile, quella di Francesca Messali, per fornire toni più caldi al brano. Buon disco e buone sensazioni.

Vicolo Inferno, “Stray Ideals”

Un paio di cambi di formazione e tre anni circa dall’esordio con Hourglass, i Vicolo Inferno pubblicano un nuovo lp, Stray Ideals. La miscela di metal e hard rock si distende su tredici pezzi piuttosto aggressivi, cantati in inglese. Si parte da Gray Matter Brain, diretta e potente, si passa dalle influenze blues-folk che aprono Dirty Magazzeno, in cui le chitarre si mettono in evidenza. Il rallentamento classico avviene in pezzi come Rude soul, che invece pongono maggiore enfasi sul cantato. Tornano i discorsi di potenza in Stray Ideals, la title track, ma il senso della melodia non è mai del tutto assente, come dimostra Two Matches. Presenze blues nell’architettura di Rough Hills, mentre si registra una recrudescenza finale con Blood Mist. Disco robusto, si sarà capito, e adatto agli appassionati del metal.

Fujima, “Fujima”

I Fujima, new entry del roster Hopetone Records, pubblicano un ep senza titolo con un mix di influenze e ispirazioni diverse. Per lo più si possono scorgere ispirazioni che provengono da gruppi indie degli ultimi due decenni, con qualche pizzico di malinconia evidente fin dalla traccia di apertura Spaceship Girl. Manly Snowman presenta cambi di percorso che suggeriscono strutture difficilmente prevedibili. Più lineare il percorso di brani come Fiction is in you, mentre Good Times si avvale di un’introduzione strumentale allungata, che lascia poi spazio a viaggi a media velocità, con propaggini psichedeliche.  Più sciolte le briglie di White, con il disco che si chiude con Outside the Cold Storage, un po’ più morbida. Progetto interessante e abilità riconoscibili, quelle dei Fujima, che mettono in luce una personalità notevole.

Mauro Vero, “Earth: Melodie della terra”

Il chitarrista Mauro Vero pubblica un disco strumentale dal titolo Earth: Melodie della terra a partire da composizioni scritte qualche anno fa, mescolate a brani nuovi. Chitarre elettriche e strumenti acustici si accompagnano all’oboe, al flauto, al bouzouki e talvolta a voci maschili e femminili. Il risultato è un disco da otto tracce in cui si viaggia agilmente da sensazioni rock fino all’ambient. Così si incontrano melodie morbide come quelle di Oceano, oppure orizzonti elettrici come quelli di Stones. Da notare anche la costruzione elettronica di Winter’s Flower, soundscape aperto e diffuso. I musicisti che partecipano al progetto sono Marco Moro al flauto, Nicola Patrussi oboista dell’Orchestra Sinfonica di Sanremo, Monia Russo vocalist, Mauro Germinario al basso e contrabbasso, Matteo Ferrando alla batteria. Gli arrangiamenti sono curati dallo stesso Mauro Vero.