The Familiar Stranger, in uscita il 31 marzo 2017 per l’etichetta PNR, è il nuovo disco di Udde. L’album conta 11 tracce, composte, registrate e mixate da Udde in completa solitudine. Il mastering viene affidato a Carl Saff, del Saffmastering di Chicago.
“Un disco pop, forse un po’ spatinato, ma il pop da la possibilità di fare più o meno quello che si vuole, perché comunque rimane becero pop. The Familiar Stranger è “voyauerismo” puro, senza giudizi, critiche, approvazioni, condanne e assoluzioni (sempre che il sarcasmo non sia di per sè un giudizio).” – Udde
Udde nasce a Sassari. Musicista polistrumentista, appassionato di Baroque Pop, scena di Canterbury, Black Metal, suona per 10 anni la chitarra e i synth con la band Psychedelic -Prog Wave Soyland Green, con cui registra un cdr: “Final Superstereo”. Il gruppo si scioglie nel 2011, ma Udde decide di continuare, questa volta da solo. Nel 2012 pubblica un ep, autoprodotto, intitolato Fog. Il lavoro viene accolto e recensito positivamente dai media musicali. Tra il 2013 ed il 2015 registra quello che sarebbe dovuto diventare il suo primo lp, ma insoddisfatto del risultato, butta tutto nel cestino e volta pagina.
Udde traccia per traccia
L’introduzione di Same Old Song è old style, ma dopo i primi istanti si entra in un contesto electro molto più vicino al contemporaneo. Le sensazioni trasmesse dal brano sono vicine al rock-pop internazionale, con vistose contaminazioni dark wave.
One Heaven arriva per confermare impressioni precedenti, anche se con qualche pizzico di intensità in più.
Facelift importa anche un po’ di aggressività in più a livello sonoro, avvicinandosi ai mondi dei Depeche Mode. Alternanze di morbido e rigido si incontrano anche in Tough Girls, in cui l’impatto pop è piuttosto evidente. Wait ammorbidisce un po’ i toni e si fa corale. C’è qualcosa di vintage nelle parti elettroniche che muovono Gloomy Friday.
Anche Our Boundaries sembra prendere i propri riferimenti nel pop dagli anni Ottanta in qui. Summertown (And the Living Deseases) abbassa un po’ le luci, scegliendo idee soft. Miscela simile anche per Neighbour, mentre The Bridge Carousel inclina verso il Barocco, con svariati ricami. Si chiude con Supermarket, soffice e oscura.
Un disco piuttosto fresco nonostante qualche tendenza all’oscuro, quello di Udde. Canzoni ben scritte e ben eseguite che confermano il talento e le aspirazioni internazionali del musicista.