La recensione: “Elettroshock”, Nicola Barghi #TraKs
Arriva al quinto disco Nicola Barghi, cantautore italiano ma con spiccate propensioni brit-pop, che ha pubblicato di recente Elettroshock.
Il disco si compone di undici tracce totali, comprese due cover e due brani proposti sia con testo in inglese sia in versione italiana.
We felt fine è il pezzo di apertura ed è una canzone veloce e leggera, che corre via rapida lasciando una buona impressione di sé. Più carica A Show, con qualche reminiscenza di sapore psichedelico.
Blow away viaggia a ritmi medi e inserisce suoni piuttosto marcati in una struttura di pop-rock di buona fattura. Con Don’t take it bad si abbassano i toni, confezionando una piccola ballata di buona fattura.
Lonely Boy è la cover della nota canzone dei Black Keys: la resa non è male, ma forse poteva essere il caso di scegliere un pezzo meno popolare e osare un po’ di più.
Fa da contraltare alla cover precedente Little Girl, altro pezzo pop di buona personalità, seguita da On the Other Side, in cui i giri del motore si alzano di un po’, con un beat quasi acido e la chitarra protagonista.
Al contrario di quanto successo con Lonely Boy, è invece da lodare la scelta dell’altra cover, che questa volta punta in altissimo con i Beatles di Old Brown Shoe, canzone composta da George Harrison nell’ultima parte della carriera dei Fab Four.
La rilettura di Barghi è piuttosto psichedelica e utilizza effetti ed elettronica per sovrapporsi alla melodia originale che era piuttosto semplice. E di nuovo si viaggia per opposti: uscendo dall’opulenza sonora del pezzo precedente, Night Again è molto delicata e moderata, finendo per suonare più beatlesiana della cover che la precede.
Bugie è la versione italiana di A Show, così come Elettroshock ripropone nella lingua natìa le evoluzioni di We Felt Fine, di cui mantiene intatte le caratteristiche.
Barghi non fa mistero delle proprie propensioni pop e il risultato è nel complesso piacevole, vivace, movimentato. Forse non c’è “ricerca” nel senso sperimentale del termine, ma di sicuro la cura del dettaglio è più che apprezzabile.
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