Johnny Casini, “Port Louis”: la recensione

Johnny Casini da Correggio alla California, passando per Londra: Port Louis è il primo ep del musicista emiliano. Un nome di peso incredibile quello del produttore: è Phil Manzanera accanto, già membro dei Roxy Music e poi al lavoro con David Byrne, David Gilmour e numerosi altri musicisti di spessore.

La band che ha accompagnato Casini conta su Gus Robertson (Razorlight), Javier Weyler (Stereophonics), Michael Boddy (Bryan Ferry & Roxy Music), Paddy Milner (Todd Sharpville) e Yaron Stavi (Richard Galliano, Robert Wyatt, David Gilmour). Nel suo ep si parla di amore, casa, futuro e vita, famiglia, amicizia e solitudine.

Johnny Casini traccia per traccia

In linea con la copertina (e con il nome che suona un po’ da gangster italoamericano anni Trenta) DJ & Honey Girl che apre l’ep si fionda su sonorità vintage, ma non vive soltanto di quelle: se la ritmica è molto rock’n’roll e quasi garage, i suoni del pezzo si permettono variazioni colorate e sintetiche.

Dark Sunglasses viaggia su toni di soft rock con qualche stilla blues, ammanendo qualche concetto di stile di vita.

I concetti si ammorbidiscono un po’ all’inizio di I’m Not Blind for You, che pur avendo qualche sapore romantico non rinuncia ad accelerare e a fare un po’ di rumore, ma con il basso a guidare sinuosamente le danze.

Invece si passa veramente alla ballad con My Little House, un brano che racconta della nostalgia di casa e lo fa con tutti i crismi della malinconia, leggermente acidificata dall’organo nel finale.

Night on the Balcony blueseggia parlando di feste in cui si perde la bussola, con un lavoro particolarmente brillante degli strumenti a corda.

Si chiude con le morbidezze iniziali di This is the Place, che poi però cambia passo e diventa quasi beatlesiana.

Una prova convincente, quella di Johnny Casini. Per forza, si dirà, ha di fianco uno che ha suonato in dischi tipo For Your Pleasure; il che è vero, ma se la stoffa, e buona, e parecchia, non ci fosse, nemmeno Manzanera se la sarebbe potuta inventare.

Genere: rock, blues

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