Levy, “Light Blue”: recensione e streaming


Light Blue è il nuovo album dei LEVY (LAYELL Label/iMusician). L’album è nato durante il “Beautiful monsters Tour 2018”, che ha visto la band marchigiana impegnata per gran parte dell’estate.

Dopo il riscontro di pubblico e critica durante la promozione di “Jamie” e “Beautiful  Monsters” che li ha portati a calcare i palchi d’Inghilterra, la band ha deciso di tornare con un album di otto tracce dal chiaro sapore di rock internazionale.

Levy traccia per traccia

Si parte dall’energia di Light Blue, la title track, che viaggia molto veloce lungo le linee di un rock potente ma leggero, sorretto da drumming e chitarre in parti uguali.

Menù sonoro più misto quello che presenta The Battle of Everyday, capace di variare gli scenari in corsa e di mettere in evidenza un buon lavoro del basso.

Real Flowers continua nell’idea di variazione, introducendo gli archi ma senza per questo ammorbidire troppo le sonorità, che anzi rimangono molto vigorose.

Leggermente più soft (ma non troppo) e più cupa Beautiful Monsters, in cui la chitarra fa soprattutto lavori ritmici.

Your Apocalipse è un brano piuttosto diretto e molto picchiato, con qualche ricamo di chitarra in più.

Un po’ sincopato l’ingresso di My treasure, che (non è la prima volta nel disco) fa pensare a influenze lontane, tipo Police.

Sa di ballad semiacustica Losing to win, tra le più morbide del disco. Si chiude in ambito psichedelico, con una fluida e oscura Jamie.

Disco di ottimo impatto a livello di energia, ma anche molto vario a livello di sonorità, quello dei Levy, capaci di cambiare spesso scenario e di non farsi portare via troppo spesso dalle schitarrate del momento.

Genere: rock alternative

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