Grief Porn è il disco d’esordio di St.Elvio: un album che parla di lutto, tema presente, attraversato ed esplorato nella sua duplice accezione sociale e antisociale. Una lama a doppio taglio, che ci rende bisognosi ma che allo stesso tempo ci isola. Il disco è stato anticipato dal singolo Double Cross, uscito l’8 novembre, il cui video è stato autoprodotto dallo stesso St.Elvio.
St.Elvio traccia per traccia
Privileges è un brano strumentale introduttivo, che parla di influssi folk e rock. Più complessa e stratificata la composizione di Adventures in the Dark, che approfitta della tromba per regalarsi qualche colore jazzato e notturno, ma sempre tenendo la tensione piuttosto alta.
Molto più morbidi i contorni di Hell is Other People, citazione da Sartre nonché dichiarazione non di particolare vicinanza all’umanità, qui gestita con passi lenti e con una certa intimità.
Ecco poi Double Cross, il singolo, che alza i ritmi appena, ma che poi lascia spazio a evoluzioni strumentali piuttosto allargate.
Un po’ più raccolto e minimale il suono di Grief Porn, title track nonché ossimoro celebrato anche da una chitarra piuttosto addolorata.
C’è soprattutto il drumming invece in The Day We Overslept, ad arrampicarsi per una canzone morbida ma impervia.
Il disco si chiude con The Windy We Had, che apre piano ma si arrabbia in fretta, aggiungendo una dose di elettricità piuttosto disperata.
St.Elvio esordisce in modo interessante e con influenze chiare ma piuttosto ben distribuite, su brani spesso ben suonati e cantati, nonché ricchi di suggestione.