Marco Crepaldi: un momento inquieto e confuso #intervista

Il nuovo singolo di Marco Crepaldi si intitola Oceano. Il brano, uscito per Mc Music e distribuito da Music Raise, è uno spaccato interiore dell’artista che si mette a nudo raccontando una storia d’amore ma anche e soprattutto ciò che maggiormente lo tormenta. Lo abbiamo intervistato.

Partiamo dal singolo: come nasce “Oceano”?

Il brano nasce una sera durante il lockdown mentre suonavo il piano nella mia soffitta-studio. Avevo in realtà il ritornello in testa da qualche giorno… Quella sera però sentivo l’esigenza di buttar tutto fuori. Nel raccontare  la fine di un amore ho voluto dar  voce al momento inquieto e confuso che sta vivendo la mia generazione,quella dei trenta anni. In studio  abbiamo  poi sviluppato il brano partendo da un provino estremamente  grezzo.

Questo brano è una tappa del progetto che ti porterà al nuovo disco. Come sarà e quanto assomiglierà a “Oceano”?

Sicuramente sarà un album incentrato su esperienze vissute, che trasuda vita, che racconta momenti goliardici, riflessivi e a tratti sociali. Un album in cui parlo di me stesso per confrontarmi con il mondo intorno. Dal punto di vista musicale abbiamo cercato  di far convivere il mondo analogico e acustico che più mi appartiene, con quello più “sintetico” che abbiamo  approfondito in fase di post-produzione.

Come stai vivendo i discorsi lockdown/pandemia? Sei fra i terrorizzati, gli annoiati, quelli che si adattano…

Io sono un viaggiatore costante accanito, quasi nomade, sono nato a  Roma ma ho tutti i legami lavorativi e affettivi sparsi per lo Stivale. Questa situazione ha cambiato il mio modo di vivere  e non nego di essere piuttosto provato. Speriamo di uscire presto da questo momento storico, io sono e voglio essere fiducioso, mi terrorizzano solo i terremoti e i serpenti. Spero di assistere presto a  una bella rinascita  sociale e culturale.

Hai lavorato con Leo Pari. Con quali altri nomi della scena indipendente ti piacerebbe collaborare?

Ammetto che ho iniziato un po’ tardi a seguire le nuove “ondate” della musica indipendente, nonostante collaborazioni risalenti a ormai quasi dieci anni fa. La scena romana è in totale fermento e la cosa mi entusiasma. Coez e Franco126 sono quelli che seguo con maggiore interesse. Chissà magari in futuro…

Scegli un posto in cui vorresti tenere il tuo primo concerto post lockdown

Mi piacerebbe tenere un concerto elettro-acustico in un teatro o in un auditorium. Vorrei che ci cantassimo tutto in faccia per concludere in un grande abbraccio.

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