España Circo Este, “Ushuaia”: recensione e streaming
Ushuaia, fuori su tutte le piattaforme digitali e disponibile nella speciale versione in vinile rosso, è il nuovo disco degli España Circo Este. Un disco che si pone come la naturale continuazione del precedente “Machu Picchu”, con cui condivide non solo il percorso, ma anche l’immaginario, a partire dalla scelta di far combaciare le due copertine che, poste l’una accanto all’altra, si completano in un’unica opera.
España Circo Este traccia per traccia
Si parte con un “auuuushallalalalla”: insomma, nonostante “l’anno di merda”, gli ECE sono più o meno sempre gli stessi, almeno a livello di sound, come conferma Il levare del cielo e del mare.
Problemi in famiglia (ma anche gli orologi fermi due volte al giorno segnano l’ora giusta), e soprattutto il desiderio di un Amico, un casinista, per la precisione, emerge dal brano successivo.
Molto più intima e raccolta l’atmosfera di Anita, che include il featuring di Will and the People, giusto per uscire un po’ dal seminato del romanticismo.
Qualche piccola citazione da Bella ciao, poi “con gli stessi tre accordi” si racconta La fine del mondo sei te, brano dolce e ironico che scivola leggero. Pare sia la provincia a forgiare le anime più tormentate, o almeno è questo che racconta Prosecco, canzone piuttosto depressa, almeno per le abitudini della casa.
Servizio civile estero parla di viaggi, di distanze e di gente che torna, ma fino a un certo punto. Domande e una certa acidità sparsa all’interno di Lo sai?, che però suggerisce anche di andare contro le opinioni degli altri per trovare le soluzioni migliori.
Si chiude con Ti difende la mia chitarra: “chi beve solo acqua ha qualcosa da nascondere” è una delle sentenze di una canzone piuttosto battagliera e con un po’ di Woody Guthrie nelle vene.
A dispetto di quello che si poteva immaginare dai primi brani, il nuovo disco degli España Circo Este sembra aver sofferto particolarmente gli eventi degli ultimi anni e si scopre più pensieroso, meno festoso, un po’ più amaro. Comprensibile e quasi inevitabile, del resto, anche perché voglia di far festa ultimamente se n’è trovata poca. Si vedrà se la band, tornando in tour, riprenderà l’abituale sfacciataggine.
Genere musicale: tango punk
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