Manicas, “Posh Punk”: recensione e streaming
Dopo l’uscita del singolo Lilium, ecco entrare in scena Posh Punk, il primo album dei bolognesi Manicas. Dopo l’ep La faccia degli dei (2019) e il singolo Stella Danzante (2020), per la band arriva la prova del primo disco. Se Lilium è un viaggio nella realtà urbana con sfumature elettropop e spruzzate di chitarre acide, l’album Posh Punk trasporta in situazioni musicali molto varie tra di loro, dall’elettronica al cantautorato, con un po’ di nostalgia anni 90’.
Siamo andati in studio con molte idee e la voglia di raccontare le nostre storie, mettendoci dentro i riferimenti che più ci piacciono” affermano i Manicas. “Inizialmente volevamo realizzare musica per fare ballare su synth e distorsori, ma proseguendo nel lavoro ci siamo accorti che l’ album stava empre più diventando una fotografia della nostra strana epoca”. La produzione del disco è iniziata al NaturalHeadQuarter di Manuele Fusaroli ed è proseguita sotto la sapiente guida di Glezӧs, figura storica del punk italiano, scrittore e musicista, per concludersi con il mix e master di Francesco Terrana al Prisma Studio. “L’incontro con Glezös è stato fondamentale”, raccontano i Manicas, “perché ci ha permesso di dare una coerenza strutturale al nostro progetto e sviluppare un metodo di lavoro che poi ci è servito nel trasporre live il nostro suono.
Manicas traccia per traccia
Dopo un’Intro misteriosa e un po’ a loop, ecco Lilium, singolo d’apertura del disco che racconta storie quotidiane di perdenti, parlando molto di soldi, fra l’altro.
Battito regolare e rock per Le donne di notte, che ha un’evoluzione semplice e lineare. Più rumorosa e anche piuttosto punk Pinocchio con il frac, che parla di svariate sostanze, con l’aiuto di Dandy Bestia, fondatore degli Skiantos.
Cambio d’abito e d’atmosfera per una molto più intima e contenuta Alla nostra età. Parte piano e poi accelera Senza pretese, che si alza come un coro su un beat lento ma serrato. Si parla curiosamente di partigiani e si fa qualche riferimento storico sparso, in un brano sicuramente singolare.
Egle allunga l’incipit su atmosfere new wave, proponendo una teologia un tantino egocentrica. A chiudere, ecco il ritmo quasi dance di Ciò che appare è buono, che parla di morale, con un vago senso di CCCP sullo sfondo.
Fantasiosi e motivati, i Manicas pubblicano un disco dalle atmosfere molto varie, dando sfogo a creatività e istinti repressi.