a total wallA Total Wall pubblicano Delivery: tre anni dopo l’ultimo ep, la metal-djent band di Milano conferma le proprie sonorità decise con un disco da otto tracce. Abbiamo rivolto qualche domanda alla band.
Potete riassumere la vostra storia fin qui?
Nel 2009 siamo partiti come un duo (Umberto – chitarre, Davide – batteria), abbiamo iniziato subito a scrivere i primi pezzi cercando un sound senza compromessi. Venendo da trascorsi molto diversi, abbiamo cercato di convogliare le nostre influenze in un tipo di musica fatta di groove, di aggressività e di tecnica non fine a se stessa. Abbiamo fatto uscire 2 EP totalmente autoprodotti (con Davide alla voce), e poi ci siamo dedicati al completamento della lineup. Il sound era ancora in via di definizione, siamo passati dalle chitarre a 7 corde a quelle a 8 corde.
Con l’aggiunta di Riccardo e Daniele abbiamo iniziato a fare i primi live e a scrivere pezzi nuovi. Nel frattempo abbiamo sostituito Daniele con Gabriele e abbiamo proseguito l’attività live. In concomitanza abbiamo terminato la scrittura del nuovo materiale per il nuovo album, totalmente con chitarre a 9 corde.
Come avete affrontato il lavoro sul vostro primo disco full length? Ci sono  state differenze rispetto al passato?
Rispetto al passato abbiamo avuto una fase di “valutazione” dei pezzi più lunga. Siamo stati molto più severi per quanto riguarda la qualità del prodotto finale, dai suoni all’arrangiamento. Per la prima volta ci siamo affidati anche a uno studio per mix e master (Greenriverstudio di Tancredi Barbuscia).
Siamo passati da idee sul pc ai pezzi veri e propri suonati direttamente in saletta ancor prima di decidere se tutto sarebbe finito sull’album in modo da avere un’idea ben precisa di come avrebbero “reso” i pezzi. Solo a quel punto è intervenuto Gabriele creando le linee vocali e dando un ulteriore layer alle canzoni.
Avete scelto di usare in modo “stabile” la chitarra a nove corde: potete spiegare la scelta?
Diciamo che il sound della band è in continua evoluzione sia per quanto riguarda i suoni che gli strumenti.  Volevamo vedere se passando alla chitarra 9 corde saremmo riusciti a mantenere un impatto forte senza perdere definizione e senza perdere aggressività sonora. Siamo molto soddisfatti del risultato, ormai la chitarra a 9 corde è entrata in pianta stabile nei nostri pezzi e non abbiamo motivo di tornare indietro.
A Total Wall: di virus informatici autoreplicanti
Come nasce “Evolve”?
L’idea da cui è scaturita Evolve l’abbiamo avuta durante una sessione di brainstorming in studio (cosa che succede regolarmente).  Abbiamo immaginato un virus informatico autoreplicante che, nel diffondersi, aumenta la propria complessità fino a diventare in grado di elaborare nuove strategie invasive.  In breve tempo la rete di virus è talmente vasta e potente da acquisire coscienza di sé, evolvendosi a tutti gli effetti in un’intelligenza artificiale emergente, che si sviluppa esponenzialmente raggiungendo livelli sovrumani. Da lì a prendere il controllo dell’intero pianeta il passo è breve!
 
Potete raccontare la strumentazione principale che avete utilizzato per suonare in questo disco?
Per quanto riguarda le chitarre sono state registrate direttamente su pc, per poi fare reamping con un amplificatore “vero”. E’ un processo più lungo rispetto alle classiche registrazioni ma si prò controllare il suono finale nei dettagli. Per i suoni del basso invece abbiamo utilizzato direttamente la catena di effetti che Riccardo porta con sè anche sul palco, Il rendering delle batterie è stato realizzato direttamente al Greenriver Studio, dove sono state registrate e montate anche le voci.
Potete descrivere i vostri concerti?
Purtroppo siamo ancora in fase di definizione delle date che ci vedranno proporre dal vivo il nuovo album. Nel frattempo stiamo lavorando per costruire uno show live che supporti le nostre idee musicali.
 
Chi è o chi sono gli artisti indipendenti italiani che stimate di più in questo momento e perché?
 
Lies of Nazca – Damned Spring Fragrantia. Pensiamo che al giorno d’oggi sia estremamente difficile farsi notare in un genere di nicchia come il nostro, la qualità generale è molto alta, l’attenzione della gente molto bassa.
 
Potete indicare tre brani, italiani o stranieri, che vi hanno influenzato particolarmente?
Meshuggah – Stengah
Periphery – Icarus lives
Textures – Storm Warning

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