Achille Lauro: creatività senza regole
Creatività senza regole. Questa è la caratteristica principale di Achille Lauro, quasi trentenne, forse miracolato, sicuramente figlio di una lungimiranza non prevista. Durante la conferenza stampa che si è svolta oggi a Milano è apparsa evidente la sua fragile tenacia.
Un cinema, l’Odeon, scelto come location, per proiettare le immagini del docufilm Achille Lauro no face 1 (il primo di tre film, da qui al 2020), una sorta di video diario in cui quello che sembra una vita fa è stata ripresa, ripercorsa, rivissuta. Una scelta stilistica precisa, quella di mettere al centro il personaggio e la persona, in una delle rare occasioni in cui le due anime coincidono.
Perché Achille Lauro è esattamente quello che sembra: un’apparenza che non inganna, ma che avverte. Guardando negli occhi l’artista romano si intuisce che l’universo che porta dentro di sé va ben oltre il ritmo accattivante delle sue canzoni, e le parole trascinate sono solo il preambolo di quello che è realmente.
Ha raccontato dell’incontro con l’inseparabile Boss Doms, dei primi anni dopo la separazione dei genitori, vissuti in compagnia del fratello in una casa condivisa da tante altre persone. Sapevano poco della vita, e quello che sapevano di certo non era adeguato a un ragazzo di 15 anni.
Il processo creativo dietro alle sue canzoni è sicuramente affascinante: si immagina facilmente Achille, in compagnia dei suoi, in una villa in mezzo al nulla, con strumenti, computer e marijuana. Senza orari, senza limiti, spesso anche senza scarpe, a inventare suoni e a buttare fuori sensazioni.
E proprio di sensazioni è fatto il libro, uscito ieri per Rizzoli, Sono io Amleto. Più che un’urgenza creativa un’esigenza, più che un romanzo una raccolta di immagini. Achille sarà sul palco del 69esimo Festival di Sanremo con il brano Rolls Royce: non una canzone d’amore, non un pezzo samba trap, ma un brano spiazzante con atmosfere anni 60-70.
Fra surrealismo e Duchamp, fra desiderio di rivalsa e necessità di condivisione, quello di Achille è un progetto corale, dove si usa il plurale maiestatis, dove il risultato finale è il frutto di tante piccole idee. La sensazione che rimane, lasciando la sala, è quella di avere a che fare con qualcosa che va oltre la moda passeggera. Lauro la moda la precede, la modella a sua immagine, dagli occhiali da donna ai pantaloni verdi. E a suo modo precede anche la musica: le gira intorno, le offre da bere, la porta a casa e la fa sua.
Chiara Orsetti