Agnese Valle, “Palmo su Palmo”: recensione e streaming
Agnese Valle pubblica Ristrutturazioni, il proprio nuovo album. E’ la storia di un cambiamento, del rinnovamento di un edificio complesso come quello dell’essere umano, che, conservando le sue fondamenta, tenta di dare una nuova forma allo spazio da abitare nel suo presente. Così qualcosa si conserverà, qualcosa andrà buttato, altro sarà semplicemente restaurato per tornare a nuova vita.
Il nuovo album della cantautrice e clarinettista romana è un costante dialogo tra la dimensione interiore e il fuori da sé, un’alternanza tra buio e luce, poiché ogni cambiamento, seppur migliorativo, prevede un momento di paralisi e poi di spavento, prima della risoluzione.
Agnese Valle traccia per traccia
Nonostante qualche punto sonoro sintetico, l’avvio dell’album è pensoso e piuttosto classico: Palmo su palmo si collega alle radici, anche a livello testuale, per raccontare una storia calma narrata a passo regolare.
Un battito più insistente quello di Cortocircuito, che ha sensazioni pop-rock e un sentimento di fondo piuttosto aggressivo.
Si torna ad atmosfere molto più tranquille con Come la punta del mio dito, che gira su sensazioni profonde, con la complicità della scrittura e della voce di Pino Marino.
Cactus torna a muoversi con una certa rapidità, colorandosi di un pop comunque contrassegnato dalla voce di Agnese. Si fischietta un po’ all’inizio di quella specie di minuetto che si accenna Al banchetto dei potenti, che alterna le atmosfere sonore costruendo una storia piuttosto elaborata.
Il racconto di un terremoto si manifesta ne La terra sbatte, con sonorità sconquassate e convenienti. Di carne e di pietra abbassa toni e suoni, facendosi notturna e introspettiva.
Pianoforte e larghe volute sonore ne La lettera dell’astronauta, in realtà piuttosto terrena e legata a sentimenti antichi. Claustrofobie assortite quelle che trasmette Fame d’aria, assortita di suoni decisamente rock.
In opposizione alla precedente, ecco un antico Fossati emergere con Ventilazione, che si allinea su dinamiche rapide e su un drumming piuttosto picchiato.
Sensazioni elettriche e un po’ di ironia subacquea affiorano nel disco grazie a Il tonno. Si termina con Scivola, un ritorno alla tranquillità e all’intimità, con prospettive di apprendimento.
Sensazioni assortite e differenti, quelle trasmesse da Agnese Valle e dal suo nuovo disco, con la melodia che prevale ma che non è mai statica. Un disco “d’autrice”, con contributi importanti, qualità e originalità.