Alfa, “Non so chi ha creato il mondo ma so che era innamorato”: recensione e streaming
Molti lo hanno scoperto all’Ariston, quando è riuscito a catturare l’attenzione di tutti con il sorriso di Vai! e la commozione insieme a Vecchioni nella serata delle cover. Qui Alfa lo conosciamo fin dalle origini genovesi e lo raccontiamo volentieri: Non so chi ha creato il mondo ma so che era innamorato è il titolo (lunghino) del suo nuovo disco.
Alfa traccia per traccia
Si apre con la voce di Roberto Vecchioni l’album di Alfa, che spezza in due il titolo del disco con l’introduzione Non so chi ha creato il mondo, seguita da Ma so che era innamorato, che inizia la proposta di pop agile e leggero, con richiami sonori alle star internazionali, ma sempre senza prendersi troppo sul serio.
Abbassa un po’ i toni Nei tuoi occhi cosa c’è, che allarga qualche coro e che accompagna con i fiati: “Come fa freddo i denti/lungo via Venti” è un appiglio agli inverni della nativa Genova, anche se il passo di questo brano è più New Orleans, con quel pizzico di jazz di cui sono cosparse le sonorità del brano.
Ecco poi Vai!, con i suoi oltre 13 milioni di stream: riascoltata nel post Sanremo la canzone continua a brillare per ottimismo, figlia del sorriso del ragazzo e della sua semplicità pulita. Vabbe’ ciao canta una relazione possibile ma forse no, citando Mannarino, Rino, Paganini e riunendo alti e bassi in un pezzo sempre fluido.
La breve Frida (interlude) è una strofa o poco più che parla della differenza tra amore e innamoramento, con qualche riferimento ai femminicidi e alla capacità di lasciare andare.
Di gatti psicologi e amori in incognito si narra ne Il mio colore preferito, un po’ pinguinesca in qualche aspetto, ma comunque originale nel modo di incollare tanti pezzi insieme e farli sempre funzionare, con tutta l’ingenuità della gioventù che scopre l’amore.
Chitarra pennata, una mezza citazione di Brunori e differenze tra l’Unimi e l’Uniboh, per Sofia </3, che si strugge di molti rimpianti già prima che entri la chitarra elettrica. Ma tu come stai parla di sesso sfrenato ma mette le cose già in prospettiva, condendo il tutto con nostalgie e Tinder.
Metti a posto: sembra un po’ il seguito di Ho messo a posto di Ligabue, muovendosi sugli stessi concetti (ma Alfa non era ancora nato quando il Liga metteva a posto le cose sue). Lei lo ha letto e poi lo ha riportato in libreria, lui si consuma sulle ultime malinconie, ma le trasforma in un canto ascensionale che regala qualche speranza.
Il disco è rapido e quasi vertiginoso, sa di pop dalla prima all’ultima nota, seppur con qualche strofa hip hop. Ma Alfa scrive bene, risultando semplice e spontaneo, tenero quando ci tiene a darci tutti i dettagli di come è arrivato al titolo dell’album. E ci regala sorrisi e qualche pizzico di ottimismo, per raccontarci che essere giovani è (anche) sorridere ogni tanto, mica soltanto deprimersi e abbruttirsi per le cose che vanno storte.