Alice: il giorno dell’indipendenza #sottotraccia
Come da tradizione (recente) dedichiamo agosto alla lettura: per il 2024 abbiamo deciso di ripubblicare una serie di pagine tratte dal volume “Italia d’autore” (Arcana, 2019), dedicato ai grandi cantautori che hanno fatto la storia della musica italiana
Vista a volte come una specie di controparte femminile, forse di complemento, di Franco Battiato, Alice (nome d’arte di Carla Bissi) è una delle migliori “figure di transizione”, da interprete pura a cantautrice, che la nostra canzone possa annoverare. Nata a Forlì, inizia molto presto a calcare i palchi dei concorsi.
Studia pianoforte con Rosa Nisi e nel 1971 approda al Festival di Castrocaro, tradizionale “anticamera” giovanile di Sanremo. E lo vince, reinterpretando Tanta voglia di lei dei Pooh. Perciò ecco appunto Sanremo: Alice ha 18 anni, si fa chiamare ancora Carla Bissi, ha gli occhi profondi e scuri (e infatti ecco i titoli “La cerbiatta di Forlì”, come se ogni donna che canta a Sanremo dovesse per forza essere etichettata con un appellativo animalesco) e una certa perplessità nei confronti della canzone che va a interpretare, Il mio cuore se ne va. Che infatti non va in finale.
In compenso torna in Liguria l’anno dopo con La festa mia di Califano e riscuote migliori successi. Dopo qualche altro singolo, nel ’75 pubblica il primo disco, La mia poca grande età, questa volta come Alice Visconti. Il cognome finto sparirà presto, mentre Alice pubblica altri singoli (Io voglio vivere e Piccola anima), fa un po’ di esperienza in radio, poi arriva al secondo lp, Cosa resta… un fiore. Ma è con il 1980 che cambiano le cose, soprattutto per un paio di incontri decisivi: quello con il produttore Angelo Carrara e quello con il già citato Franco Battiato. Battiato e Carrara si portano dietro tutto il team di lavoro (quindi anche Giusto Pio e Francesco Messina) e confezionano per Alice Il vento caldo dell’estate.
La voce forte della cantante lo rende un successo da classifica, ma nel disco seguente Capo Nord si percepisce come la scrittura sia spesso a molti strati, benché la musica sia perfettamente in linea con le tendenze dell’epoca. Arriva così il 1981 e insieme a Battiato e Giusto Pio firma Per Elisa, che rimarrà la sua canzone simbolo, anche perché vince Sanremo e raggiunge il successo, la cima delle classifiche e parte per il primo tour europeo (la Germania, in particolare, si rivela terreno fertile per la voce e i suoni delle canzoni di Alice).
Primi duetti con Battiato
Anche il singolo Una notte speciale ottiene riscontri lusinghieri. Così arriva il primo duetto con Battiato, questa volta sull’originale Chanson egocentrique, altro esempio di pop raffinato e altro successo. Nell’83 Alice vince Azzurro in coppia con Nada e poi pubblica l’album Falsi allarmi, con Il profumo del silenzio e Notte a Roma. Nell’84 Alice appaga i fan tedeschi duettando con il cantautore tedesco Stefan Waggershausen nel brano Zu nah am Feuer.
Più illustre per l’Italia è invece la partecipazione all’Eurofestival in Lussemburgo ancora con Battiato, presentando I treni di Tozeur, che si classifica al quarto posto nella rassegna. Nell’85 arriva un nuovo disco, prodotto da Angelo Carrara tra Milano e New York: è Gioielli rubati, tributo a Battiato che lascerà tracce di sé anche nel futuro, compreso il Premio Tenco come interprete dell’anno. Ma è tempo di tornare a occuparsi di inediti e già l’anno successivo ecco Park Hotel, primo indizio del legame anche personale con Francesco Messina, che contiene Nomadi di Juri Camisasca e che accoglie musicisti come Phil Manzanera (Roxy Music), Jerry Marotta e Tony Levin (Peter Gabriel e mille altri).
È un periodo senza soste per Alice, che già nell’87 è pronta a pubblicare Elisir, che tuttavia è una sorta di raccolta di riarrangiamenti, forse un modo per mettere un punto sul periodo. La cantautrice si avvicina anche al repertorio classico attraverso alcuni concerti, e poco più avanti anche a una dimensione spirituale diversa, anche per l’influsso di Camisasca: risultato è Il sole nella pioggia (1989), anche qui con artisti di rilievo come Paolo Fresu, Richard Barbieri (Japan), Dave Gregory (XTC), Peter Hammill (Van Der Graaf Generator).
Tre anni di sosta e di ripensamenti portano poi a Mezzogiorno sulle Alpi (1992) che contiene anche La recessione, testo di Pier Paolo Pasolini musicato da Mino Di Martino. L’alternanza fra pop e musica alta prosegue: prima il Festivalbar, poi alcuni concerti con l’orchestra sinfonica Arturo Toscanini su musiche di Fauré, Ravel e altri. Problemi con la Emi la portano alla corte della Wea: ecco l’album Charade, introspettivo e con collaboratori internazionali di prestigio, come Trey Gunn con cui poi collabora per The third star.
Incroci italiani e internazionali
C’è un incrocio significativo, ma tutto italiano, invece nel ’97: è al fianco dei Bluvertigo di Morgan in Troppe emozioni, contenuta nell’album Metallo non metallo, probabilmente il più importante della band milanese. Alice nel frattempo sperimenta con l’elettronica e ne esce Exit, disco pubblicano nel ’98, con il singolo di lancio, Open your eyes, cantato in duetto con Skye dei Morcheeba. Con il progetto God is My DJ tornano gli incroci con la musica di ispirazione sacra e con canzoni di Battiato.
Il 2000 la vede tornare a Sanremo, con Il giorno dell’indipendenza, firmato da Camisasca. E’ un periodo di raccolte, di live e di reinterpretazioni cantautorali, come Viaggio in Italia, su brani di De André, De Gregori, Guccini, Gaber, Fossati, Battisti. Poteva mancare Battiato? Non poteva. Al contrario della collega Nada, Alice sembra fare riferimento a collaborazioni che nascono più spesso oltreconfine. Tuttavia qui e là non disdegna anche una capatina sotto le Alpi, come nel progetto degli Zerouno, prodotto da Luca Urbani, cui presta la voce nel brano “Sospesa” nel 2004.
Fino a fine decennio si concentra poi sugli eventi live: prima con il progetto Lungo la strada, poi con un disco dal vivo nel 2009 (Lungo la strada live, appunto), infine con l’evento Amiche per l’Abruzzo. Vince il Premio Mia Martini, sempre nel 2009, e duetta anche con Claudio Baglioni. Da 2010 si registrano alcuni ritorni: per esempio quello accanto a Stefan Waggershausen, ma anche a un disco di inediti, quattordici anni dopo.
Si intitola Samsara ed è anticipato da Nata ieri scritta da Tiziano Ferro. Nel 2013 è la “terza incomoda” nei concerti di Battiato e Antony, mentre poco più in là canta Farfallina insieme a Luca Carboni per la celebrazione dei trent’anni di carriera del cantautore bolognese. Alice continua del resto a essere richiestissima nei duetti: se ne celebrano anche con Francesca Michielin e con Mario Venuti.
Nel 2014 esce Weekend, con cover, inediti e riproposizioni. Torna a lavorare con Morgan nel 2015, grazie allo spettacolo La Dolce Vita, la musica del cinema italiano di Caterina Caselli, che vede anche la partecipazione di Raphael Gualazzi, Tosca e della filarmonica Toscanini. È del 2016 la tournée, purtroppo l’ultima, accanto all’amico di sempre Battiato: trentanove date trionfali, con alle spalle la Ensemble Symphony Orchestra, con duetti e canzoni cantate singolarmente, per celebrare una delle più grandi coppie della storia della musica italiana. Altre apparizioni recenti sono quelle con il gruppo torinese Miriam sul brano Plutone e, nel 2018, all’Ariston come ospite di Ron per cantare l’inedito di Lucio Dalla Almeno pensami.