Aliperti: mi piace pensare alle mie canzoni come fotografie da ascoltare
In occasione dell’uscita del suo disco d’esordio Camera Oscura, abbiamo fatto qualche domanda al talento di Formica Dischi Aliperti, che dopo un’attesa durata anni ha tirato fuori dal cilindro una tracklist densa, fatta di contaminazione fra fotografia e musica. Valeva la pena farci due chiacchiere: il risultato del nostro simposio, sta tutto nelle righe che seguono.
Ciao Aliperti, bentrovato su Traks! Partiamo subito con il botto: dicci perché, oggi, dovremmo assolutamente ascoltare Camera Oscura, il tuo disco d’esordio per Formica Dischi.
Perché è un disco sincero che racconta di esperienze quotidiane che può vivere chiunque e che in particolare hanno segnato i miei ricordi con emozioni indimenticabili
Ammettiamo che, leggendo il titolo del disco, abbiamo compreso che la tua passione per la fotografia è cosa seria: tra l’altro, le varie copertine dei singoli editi rimandano non solo al mondo dello “scatto”, ma anche in generale ai vari componenti della tua famiglia. Come si intrecciano, insomma, queste tre cose – canzoni, fotografie e ambiente famigliare – nel tuo disco di debutto?
Inizio dicendo che più che essere appassionato all’arte della fotografia, sono affascinato dal significato che la fotografia ha rispetto alla nostra memoria. Mi piace pensare alle mie canzoni come fotografie da ascoltare, quindi cosa più degli album di famiglia può suscitare emozioni provenienti dal passato?
La tracklist è bella corposa, lontana dall’esiguità di un ep: insomma, hai deciso di partire a spron battuto; esiste un ordine preciso, un percorso che ti sei immaginato nel disporre i brani del disco nell’ordine che vediamo in Camera Oscura?
Sì, dieci brani sono tanti in effetti però se devo essere sincero la in fase di selezione sono stati esclusi diverse altre canzoni che sicuramente troveranno loro spazio nel futuro. C’è una ricerca artistica anche nella scelta dell’ordine dei brani che tieni in considerazione della sonorità e delle vibes che ogni brano trasmette. Infatti consiglio di provare sempre ad ascoltare i dischi rispettando l’ordine almeno per le prime due volte che li si ascoltano, questo permette di comprendere qualche aspetto nascosto in più di quello che voleva esprimere il compositore.
Ora voglio farti una domanda particolare: ho notato che diversi brani del tuo disco sono composti da singole parole, e non da titoli lunghi. Come si sceglie il titolo di una canzone, o almeno come lo sceglie Aliperti?
Questa scelta voleva ribadire un senso di istantaneità che caratterizza il primo approccio con una fotografia. Ogni titolo è composto da una parola singola che porta davanti agli occhi una immagine descrittiva del brano o che addirittura svela qualcosa che completa la narrativa del suo testo.
Tra i brani, il singolo estratto come “pitch” del disco è Zaino. Come mai la scelta è ricaduta proprio su questa canzone?
La scelta è ricaduta su Zaino sia per la sua sonorità up che strizza l’occhio all’estate e sia per la rappresentatività del suo testo rispetto al contenuto dell’album.
Senti, prima di dirci arrivederci, vorremmo che tu ci consigliassi, vista la tua passione per la fotografia, un fotografo che ti piace: di solito, si chiedono i dischi del cuore, o i film preferiti, ma con te fare un’eccezione alla regola direi che è più che giusto…
Come ho già anticipato prima, non sono strettamente un appassionato di fotografia, però se dovessi consigliarvi un fotografo che ha delle caratteristiche peculiari quello sarebbe Piero Percocco.