Marzo fa rima con donne. Lo sanno bene i Giardini Luzzati di Genova, che hanno inaugurato sabato la rassegna Primavere 2025: appuntamenti tutti al femminile che non si limitano all’8 marzo, ma danno spazio a voci, talenti e storie spesso non abbastanza valorizzate nel panorama artistico.
Ad aprire la nuova edizione è stata Angelica con la penultima tappa del suo Ancora Tour. Nel 2024 l’artista milanese ha pubblicato il suo terzo album, Sconosciuti Superstar (Factory Flaws), anticipato dai singoli Milano Mediterranee, SOS, Bye Bye e La mia metà e seguito da Occhi Blu. Il disco è un viaggio tra melodie accattivanti e sonorità variegate, frutto di un processo emotivo intenso e liberatorio. Il successo dell’album l’ha portata a suonare nei principali festival italiani e ad aprire i concerti di artisti del calibro di Paolo Nutini, Wilco e Franz Ferdinand.
Abbiamo avuto il piacere di incontrarla per parlare di musica, di donne e di cambiamento. “Parlare di certe tematiche è fondamentale,” ci racconta Angelica. “Comunicare aiuta a sentirsi meno soli, ed è il primo passo per creare consapevolezza e cambiamento. Anche nel mondo della musica le cose stanno cambiando, ma c’è ancora molto da fare per dare spazio alle cantautrici e alla narrazione femminile.”
La sua presenza alla rassegna Primavere 2025 non è soltanto musicale, ma anche un segnale di impegno concreto. Il suo tour si svolge in collaborazione con @violawalkhome e @donnexstrada, per garantire che tutte le ragazze possano tornare a casa in sicurezza dopo i concerti. Un messaggio chiaro: la musica deve essere uno spazio sicuro per tutti.
“Parlare di certi temi anche attraverso la musica è fondamentale. Comunicare aiuta a sentirsi meno soli, anche se si riesce ad aiutare solo due persone nella vita, fa la differenza. E poi è un atto pratico: tutto parte dalla comunicazione. Se non si comincia da lì, non si riesce a fare nessun passo successivo. Nel mio percorso ho visto cambiare delle cose, anche nell’ambiente musicale. Alcuni hanno interiorizzato certi concetti, altri no, ma almeno sanno che esistono dei confini”.
A Sanremo il podio è stato tutto maschile, sollevando critiche. Credi che ci sia un problema di spazio per le donne nella musica?
Indubbiamente sì. Ho apprezzato il commento di Brunori, che ha sottolineato come i tre uomini sul podio rappresentassero modelli di mascolinità non tossica. Ma manca ancora la figura della cantautrice. La narrazione femminile è ancora relegata in una nicchia e si sente la mancanza di una tradizione cantautorale al femminile. In passato, anche le grandi interpreti degli anni ’60 cantavano testi scritti da uomini, e alcuni di questi oggi sarebbero impensabili per una donna.
Questa è la penultima data del tour. Come è andata?
Ho un Brufen in tasca! (ride) Ho la cervicale a pezzi, ma è andata benissimo. In passato ho vissuto esperienze con alti e bassi, ma questo tour è stato costantemente positivo. La band è carica e affiatata, e questo rende la fine del tour quasi malinconica. Arrivi a un punto in cui sei al massimo della forma, ma sai che sta per finire. Nel frattempo, sto già scrivendo il nuovo disco, e sento l’urgenza di dedicarmici completamente.
Il nuovo album seguirà lo stile di Sconosciuti Superstar o prenderai una direzione diversa?
Sarà diverso. Sto scrivendo pezzi più ruvidi, nudi, senza filtri. Mi sento cambiata, ho attraversato momenti di rottura e voglio che la mia musica lo rifletta. Sarà un disco più crudo, sia nei testi che nelle sonorità. Voglio che rispecchi le crepe e i cambiamenti che ho vissuto.
Se un ascoltatore che non ti conosce dovesse scoprire Angelica su Spotify, quali tre canzoni vorresti che trovasse?
Direi Milano Mediterranee, perché rappresenta la mia leggerezza, Acqua Ossigenata per il contrasto tra testo profondo e arrangiamento leggero, e Surfare, che è l’ultima traccia del disco, registrata su cassetta con solo voce e chitarra. Mi piacerebbe che avesse più attenzione, perché è una fotografia perfetta di un momento speciale”.
Dal vivo, Angelica promette e mantiene. La sua voce è potente e delicata, si muove leggiadra su melodie appassionate e talvolta amare, ma sempre senza perdere il sorriso. Da rivedere.





