Ed eccoci alla nuova anteprima streaming esclusiva di TraKs: come preannunciato, oggi tocca ai calabresi Barking Snails. Il duo, senza chitarra, è composto da Maurilio Leone (Batteria – Voci) Michelangelo Strati (Basso – Voci).

Leggenda (ma neanche tanto leggendaria) vuole che il duo sia costituito da una parte da un chitarrista acustico che imbraccia un basso e gli attacca una distorsione alzando il volume al massimo, dall’altra da un bassista punk/hc che si cimenta alla batteria imparando a suonarla direttamente in sala prove. Più sperimentale di così è difficile.

Barking Snails traccia per traccia

Si parte con Inno, già nota attraverso il primo video, potente nei suoni ma con un curioso contrasto con le voci dei due Barking Snails, che tutto sommato prestano un lato piuttosto melodico al brano.

Le caratteristiche della voce (in questo caso singola e non a duetto) si ribadiscono anche con Selfish Loo, in certo modo malinconica, ma senza fare un passo indietro per quanto riguarda il versante noise. Il pezzo si allunga abbastanza da permettere di ammirare sia il buon drumming (non sembra affatto quello di un esordiente assoluto) sia la possibilità di pause e ripartenze che disarticolano la struttura del pezzo.

Undone City sale quanto ad aggressività e oscurità complessiva. Anche qui ci sono pause, nelle quali si insinua qualche ondata di dark wave, qualche folata di heavy metal, qualche sentimento molto 90s. Meno Nineties le tendenze di Intellectual Song, che è chiaramente un brano di passaggio da due minuti, strumentale, con qualche caratteristica di divertissement.

Molto più robusto il discorso di Godzilla, costruito ancor più degli altri pezzi intorno a distorsioni e batteria, con il ritmo a fungere da collante tra gli strati del pezzo. La voce, anzi le voci, sono assenti fino al finale, quando fanno la propria ricomparsa alzando decisamente il tono, e arrivando quasi a limiti da screamo.

Se si accosta quanto fatto dai Barking Snails all’ultimo disco dei Bachi da Pietra si potrebbe trarre la conclusione che siamo di fronte a una nuova tendenza nella musica indipendente italiana. Ma siccome delle tendenze ce ne frega il giusto (e siccome, secondo Cesare Basile, la musica indipendente non esiste) possiamo dire che i cinque brani dei Barking Snails sono furenti e asciutti quanto basta a rendere interessante il disco. Nota di merito particolare per il fatto di aver provato a mettersi in gioco. E, alla fine, di essere riusciti a vincerlo, il gioco.

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