Dopo gli album “Zero programmi in questione” (2012) e “Al mostro” (2013) e l’ep “Canzoni DetESTATE” (2014) torna sulla scena Antunzmask con un nuovo album omonimo, ancora una volta autoprodotto, in nome del lo-fi più viscerale.
«A differenza di Al mostro, che registrai in garage, Antunzmask è stato registrato all’ultimo piano di casa mia, nel mio studiolo, quindi il suono è cambiato nettamente. Ha influito anche l’ambiente. È da quando avevo 14 anni che registro lassù: le mura della mansarda penso che avranno ascoltato migliaia di canzoni, prove, demo, urla, litigate»
Antunzmask traccia per traccia
Si parte da Buongiorno obbligatoriamente, e si capisce subito che il disco non sarà proprio lineare: il pezzo vive di distorsioni, su una sorta di marcia ripetuta a loop, con testo stralunato e tutto il resto pure. Con Don Squaglio si alza il volume e ci si muove su percorsi che possono ricordare i primi Nirvana o comunque tutta quella zona che si colloca tra il punk più furibondo e certe punte del metal.
Forse uno sfogo abbassa i toni ma rimane in bilico sul filo della psichedelia, anche a causa di un testo piuttosto curioso e di un finale molto chitarristico. Puro si traveste da ballata acustica, così come Maryyy, che aggiunge qualche particolare in termini di intimità (anche sorprendente). Introdotta da una domanda significativa, ecco poi la rilassata E l’ora sia, ancora voce e chitarra, per lo più, tranne un finale in fattoria.
Chitarre pesanti e psichedelia spicciola costellano Radio UFO, che lascia spazio a chitarra e cori, in un finale di marca floydiana. Vocette aliene introducono Il mio turno, blues fortemente depressivo con qualche spunto di rabbia nella seconda parte. Ponda Ponda accelera e si traveste di discorsi elettrici e di nuovo distorti. Si chiude con La tana del kranio, psichedelica in modo beatlesiano, uscita non indolore da un disco curioso e stravagante.
Molta originalità e inventiva nel disco nuovo di Antunzmask, che con un atteggiamento a volte molto rilassato e a volte perfettamente punk allinea le proprie idee in canzoni capaci di svolte improvvise.