Del Signor Uffa

Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Ariù, che ha di recente pubblicato il suo primo ep dal titolo Nottetempo, quattro tracce che sembrano uscite dalla cameretta del ragazzo della porta accanto, per prendere finalmente forma: tra electro-pop, white soul e cantautorato. Ecco cosa ci ha raccontato.

Ciao Enrico, come sta andando questa quarantena? Cosa combini tutto il giorno? 

Ehi, ciao. Diciamo alti e bassi. Nelle prime settimane ero un po’ paralizzato dalla situazione. Ero entrato in uno stato di apatia totale. Ultimamente ho cominciato a reagire. Suono molto, ho riscoperto l’amore per la chitarra classica che è stato il mio primo strumento ed ho ripreso a leggere con continuità. Ho letto più libri in questo ultimo mese che l’anno scorso!

Presenti il tuo progetto musicale a chi ancora non lo conosce? 

Il mio progetto si chiama Ariù e nasce dalla necessità di raccontare le mie storie avendo la libertà di esprimermi musicalmente a 360 gradi. La mia musica è il risultato di diverse correnti. Si può sicuramente sentire un po’ l’influenza di un certo tipo di musica di stampo inglese negli arrangiamenti. Mi piacciono scenari sonori di gruppi come Pink Floyd e Radiohead.

Quasi tutti i cantautori che ascolto hanno una sfumatura soul piuttosto accentuata (Hozier, Paolo Nutini, Daniel Caesar, Ghemon, Mahmood) e questo perchè mi piace moltissimo la profondità e il carattere di questo genere. Amo alla follia autori come Lucio Dalla, Damien Rice, Lucio Battisi, Nick Drake e tanti altri. Il mio preferito è da sempre Niccolò Fabi. Diciamo che nella mia musica si mescolano un po’ tutte queste influenze.

Ora presenti il tuo progetto con il nome di tre alcolici e ci spieghi le tue scelte? 

Il primo che mi viene in mente è sicuramente un bicchiere di vino rosso. Non importa quale, l’importante è che abbia carattere. Amo vini accesi e sinceri come la mia musica, quindi direi Cannonau, Barolo e Aglianico su tutti. Il secondo è sicuramente un bicchiere di birra perché ogni tanto la vita ha bisogno di leggerezza ed è quello che a volte cerco di fare anche in musica. La traccia Semplice del mio ultimo ep è un buon esempio. Come ultimo sicuramente l’Amaretto di Saronno, un amaro dolce, un po’ come le mie canzoni che sono ricche di malinconia.

Prossimi progetti?

Sicuramente quello di lavorare a un disco più corposo. Sto trovando un’identità musicale più precisa e vorrei tradurla in un album più omogeneo e diretto.

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