Nottetempo è l’ep di debutto di Enrico Scanu, in arte Ariù. Il progetto nasce nel 2014 e mette al centro di tutto i testi in italiano e la voce, coadiuvata da intersezioni di pianoforti e chitarre.
Nel 2015 pubblica il suo primo lp I e partecipa al Campus della Musica di Firenze, importante progetto nato per valorizzare la musica emergente in Italia. Insieme al Campus pubblica nel 2017 il singolo Straniero che entra a far parte della Compilation Vol. 1 distribuita dalla Universal e partecipa al tour nazionale di promozione del disco che gli permette di suonare nelle più prestigiose venue di Firenze, Genova, Torino e Roma.
Negli ultimi due anni lavora sul suono e la sperimentazione, alternando il calore del suono acustico e la modernità di quello elettronico. Da questa alchimia nasce il suo nuovo ep Nottetempo. Nottetempo è una parola davvero poco utilizzata, e che racchiude tutto il percorso lavorativo che ha portato al termine questo “piccolo” disco.
Ariù traccia per traccia
Parecchie rime baciate e molto pianoforte nell’apertura, estremamente morbida e melodica, dell’ep: Cose nuove mette in evidenza la voce di Ariù su un’aria che piano piano si riempie di strumenti.
Più mossa e molto più soul, con qualche handclap, la seconda canzone, Semplice. Echi di songwriter jazzati (Joe Jackson, da quelle parti lì) riempiono in fretta l’aria.
Un giro semplice e un fraseggio vocale solido alla base di Niente, dichiarazione di menefreghismo che sfocia però in una canzone piuttosto appassionata.
L’ep si chiude con una molto orchestrale Tōkyō, che è probabilmente il brano che restituisce meglio il concetto di “Nottetempo”, vista l’oscurità morbida in cui si immerge.
Niente più che un assaggio, ma un assaggio molto significativo delle molte dimensioni della scrittura di Ariù, che riesce a coniugare bene cantautorato e qualche sperimentazione sonora, suggerendo opportunità notevoli per la sua carriera