I Barbed Wire sono una band emo/alternative che arriva da Roma e che ha appena pubblicato il proprio debutto, One Last Drive, robusto album da dodici tracce dalle consistenti influenze internazionali.
Barbed Wire traccia per traccia
BW (But Why?) apre il disco in modo piuttosto enfatico e altisonante, con una buona percentuale di dramma che si innesta già da questa introduzione.
I suoni e i modi sono quelli del rock veloce e corposo, con un po’ di post grunge e molte influenze internazionali stratificate: ne è conferma Along Your Spine che arriva subito dopo. Brano da corsa e di energia, si riempie delle rullate della batteria e di chitarre.
Urlata ma su linee essenziali One Last Drive, title track che spinge sui tasti dell’emo e che esplode gradualmente con l’andare delle battute. Un po’ più punk negli intenti Just One Moment, che ribatte sui concetti di tempo accelerando in modo furioso.
Oscura e anche addolorata Rotting Feelings, sentimenti che marciscono in mezzo a schitarrate e grida, per un brano ad alta intensità. Torna a lavorare nell’oscurità, ma con esplosioni improvvise, My Brain’s Not Here, con un’interessante linea di basso.
Let me stare at the landscape è meno contemplativa di quanto dica il titolo: il discorso è fluido e ruvido al contempo, con rimandi sonori agli anni Novanta (Sunny Day Real Estate e simili).
Sezione ritmica impegnata a fornire ambienti scuri e inquietanti nelle prime battute di Womb, con qualche piccolo influsso math che poi si scioglie in un pezzo nervoso.
Luci più basse quelle in cui si muove No One Cares, con un insistente giro di chitarra a tenere alta la tensione. Poi a un certo punto esplode tutto.
C’è di nuovo il basso ad articolare le linee di Mind Abuse, che presto alza un fuoco di sbarramento intenso e rovente. Chiusura un po’ più ragionata per l’album con Behind the Buildings, piuttosto malinconica nonostante l’inevitabile esplosione.
Posto che non si capisce se sia un fatto ormai acclarato che stanno tornando le chitarre, i Barbed Wire prendono posizione netta a favore dell’elettricità, del rumore, dell’energia e dell’assalto. Benché la loro parte emo tenda verso malinconia e intimismo, la botta d’adrenalina arriva quasi in ogni canzone, per un debutto davvero molto promettente.