Ben.O: comprendere la semplicità
How Long My Dear è il nuovo singolo firmato da Ben.O, cantautore dalle chiare influenze internazionali. Lo abbiamo intervistato.
La tua carriera solista è cominciata in maniera molto soft e con singoli influenzati dal pop rock internazionale. Sono canzoni nate di recente o le avevi in serbo già quando suonavi con la band?
Sono canzoni che ho iniziato a scrivere dopo aver terminato la mia esperienza con la band. Alcune sono molto recenti, mentre altre le ho lasciate “nel cassetto” per diverso tempo prima di decidermi a registrarle.
Come nasce il tuo ultimo singolo, How Long My Dear?
La musica e la linea del ritornello sono nati per caso, da una melodia che mi vorticava in testa da diversi giorni. Il testo è invece stato scritto successivamente, dopo aver ricevuto una telefonata da parte di un amico, nella quale mi raccontava una sua esperienza personale. How Long My Dear? è forse la prima delle canzoni che ho scritto e che non mi riguarda personalmente.
Hai fatto anche il busker per un po’. Stai patendo particolarmente questo periodo di stasi dovuta alla pandemia?
L’arte di strada è un’esperienza che consiglio a tutti. Permette di comprendere a fondo la semplicità e l’enorme potere di condivisione che ha la musica suonata dal vivo e davanti a persone che si trovano ad ascoltarti “per caso”. E’ sicuramente una sensazione che vorrei provare nuovamente, soprattutto dopo questo periodo di stallo.
Quali sono i tuoi punti di riferimento musicali?
Ho ascolti molto variegati in termini di genere. Se dovessi scegliere direi: Damien Rice, Pearl Jam, Mumford and Sons, Dermot Kennedy.
Quali saranno i passi successivi di Ben.O?
A fine marzo tornerò in studio di registrazione per il mio terzo singolo, che verrà prodotto in collaborazione con Gianmarco Grande, il produttore con cui ho realizzato i miei primi due singoli. In un futuro prossimo l’obiettivo è la registrazione del mio primo disco.
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