Tanta Fame Zero Arte è il nuovo album di Benelli, duo pop-rock ideato da Leonardo Spampani e Claudio Marciano, toscani di nascita ma bolognesi di adozione. Le influenze musicali della band provengono soprattutto dal pop italiano anni ‘70 e ‘80, dal brit-pop e dalla scena indie rock internazionale. I testi si propongono come un racconto di difficoltà e situazioni tipiche che vede come protagonista la fascia tra i venti e i trenta, in bilico tra studio, lavoro, ideali, soldi, amici, amori.
Tanta Fame Zero Arte – T.F.O.A. – nasce in maniera spontanea in mezzo alla pandemia, quando nulla poteva uscire tranne le canzoni. È un disco che ha come filo conduttore un risentimento generale, che si declina nella rabbia verso una clausura forzata, un amore finito, una sofferenza familiare e nella presa di coscienza che, pur avendo oltrepassato la barriera dei venticinque anni, la vita è ancora tutta da costruire, o meglio, da ri-costruire. Musicalmente non ha dettami stilistici e spazia dal rock al pop passando per il R&B, in piena libertà di scelte su arrangiamento e produzione. Un disco istintivo, come i sentimenti che lo alimentano
Benelli traccia per traccia
I Benelli partono da un breve elenco: Nessuno, Sempre, Marzo è un brano tambureggiante che apre il lavoro con istinti rock ma anche pop, con un buon lavoro del basso.
Groove interessante anche quello che accompagna per mano nelle atmosfere di Love Me, che si destreggia tra nostalgie un po’ annoiate e pensieri ripetuti in campo di sesso e di voglia di vivere.
Movimenti scomposti e sintetici quelli di Dieci, figlia del drum’n’bass ma anche di testi cantautorali molto contemporanei. Incubi bellissimi e molto ritmo per un pezzo particolarmente animato.
C’è la tromba a impazzare sulle prime battute di Meraviglia, concitata, senza fiato, di corsa e molto agitata. Per contrasto, ecco un brano particolarmente accorato come Soli, che punta tutto sulla melodia e la malinconia.
Un po’ di blues ritmato quello che riempie le casse di Vita infame (A parte te), ricca di autocompatimento ma anche di molta ironia. C’è un po’ di soul invece nell’anima di Cinzia, che chiude il disco con altri rimpianti e qualche accordo di chitarra.
Come sta l’indie italiano? Difficile da dire: forse si sta trasformando in qualcos’altro, com’è naturale che sia. I Benelli offrono il loro contributo pubblicando un disco di pop/rock interessante e divertente, forse un po’ indie, forse un po’ no, comunque molto godibile e in grado di piacere a tantissimi.