Black Tail, “One Day We Drove Out of Town”: la recensione

black tailOne Day We Drove Out of Town (MiaCameretta Records/Lady Sometimes Records) è il secondo album dei Black Tail, moniker dietro al quale si celano Cristiano Pizzuti e Roberto Bonfanti. Scritto di getto nell’arco dell’estate 2016, l’album prosegue il discorso stilistico precedentemente intrapreso con Springtime (MiaCameretta Records, 2015).

Afferma Cristiano: “Io e Roberto ci siamo chiusi in in sala prove per tre mesi, scrivendo tutto il materiale dal nulla. Abbiamo deciso di operare in maniera totalmente diversa dal nostro esordio, registrato in presa diretta in soli tre giorni. Ci siamo trovati a dover ragionare in maniera organica sulle parti, cosa che ci ha consentito di aprire la gamma delle nostre influenze anche ad altre cose che amiamo da sempre e che forse non sono così evidenti in Springtime”.

Registrato in varie sessioni tra il novembre 2016 e marzo 2017 al VDSS Studio (come il precedente Springtime), One Day We Drove Out of Town vede gran parte della produzione musicale affidata a Cristiano Pizzuti (voce, chitarra, tastiere) e Roberto Bonfanti (batteria), completata dalla collaborazione di Filippo Strang (che ne ha curato anche registrazione e missaggio), Luca Cardone, Simone Sciamanna e Ettore Pistolesi.
Black Tail traccia per traccia

Si parte da Sleepy Volcano, canzone particolarmente viva e soggetta a cambi di ritmo e di umore, che porta l’impronta del cantautorato rock in stile Wilco. Spider / Galaxy rallenta un po’ e si fa più scarna nei suoni, nonché più sognante nei toni, con qualche retrogusto britpop.

Si viaggia sul morbido anche con Text Walking Lane, in cui il caratteristico jingle-jangle emerge come elemento fondante del pezzo, insieme a un cantato un po’ blasé. Umore più allegro quello di Campfire, in cui il drumming si fa un po’ più aggressivo, pur senza perdere la calma di fondo.

L’aggressività non è smarrita con Downtown, che per la prima volta affronta atmosfere un po’ più oscure. A Fox si configura come un pezzo di transito, tra momenti soft e qualche accelerazione. A seguire Slippery Slope, che porta con sé gradevoli echi di alternative.

Giri del motore più alti con Wild Creatures, che però gioca anche con qualche stop and go, a dare vivacità alla struttura del pezzo. Si chiude con le dolcezze di Sycamore, che accenna a qualche connotato psichedelico.

Buon secondo episodio per i Black Tail, che consolidano le proprie certezze. Il risultato è un disco ricco di buoni episodi, legati insieme dalle cerniere di un sound omogeneo.

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