Bloom di Mezzago: crederci veramente #TRAKSCLUB
Giusto pochi giorni fa la stampa nazionale si è accorta di un anniversario significativo: i 25 anni da quando i Nirvana si presentarono, due mesi dopo l’uscita di Nevermind, al pubblico del Bloom di Mezzago per proporre Smells Like Teen Spirit, Come as you are e tutte le altre (anche se no, In Bloom non parla del concerto al Bloom). Pochi sanno che si trattava in realtà del secondo concerto dei Nirvana al Bloom, visto che lo storico locale brianzolo aveva già ospitato Cobain e compagni un paio d’anni prima.
Del resto, aperto il 16 maggio 1987, il Bloom ha visto passare i migliori nomi dell’alternative internazionale, nel corso dei suoi quasi trent’anni di vita: Afghan Whigs, Giant Sand, Green Day (nel ’94), Mercury Rev, John Spencer Blues Explosion, Morphine, Motorpsycho, Mudhoney, QOTSA, Melvins, Primal Scream.
Il Bloom è uno dei locali con la storia più lunga e significativa in Italia. Qual è la situazione oggi?
Il Bloom in questo momento è affaticato e sotto tono, stiamo attraversando una delicata fase cambiamento che porterà rinnovo di energie e miglioramenti.
Quali sono i concerti più attesi per questa stagione?
Posso anticiparvi che ospiteremo i Marlene Kuntz a febbraio e che ci aspetta un percorso verso il trentennale ricco di eventi e iniziative.
Quali dei concerti passati ricordi con maggiore entusiasmo?
I costi gestionali della attività e il sottodimensionamento del personale.
Qual è il consiglio che vi sentireste di dare a una band indipendente che ambisse a suonare nel vostro locale?