I Bounce Back sono un duo dei dintorni di Milano che, contro ogni moda o tendenza, si presenta con un rock primordiale con il singolo Freedom March, primo capitolo di molti altri che arriveranno nei prossimi mesi. Abbiamo parlato un po’ con loro, #senzacontesto.

Ciao ragazzi, questa sarà un’intervista un po’ atipica. Vi elencherò cinque cose che dovrete definire e commentare in qualche riga.

Il disco che più vi ha segnato come band nel 2020.

ROBERTO: Dico il nostro Bounce Back. A parte gli scherzi, mi sono focalizzato molto su questa produzione e ho imparato cose nuove del nostro stesso lavoro cammin facendo. Non avrei un altro cd che mi ha rivoluzionato in quest’anno.             

LUCA: Ciao, sicuramente il nostro! Rispondo anche io così un po’ perché i miei ascolti si rivolgono prevalentemente a dischi del passato, in quanto poca musica ultimamente mi convince, specie nel 2020, e un po’ perché ci abbiamo messo molto del nostro tempo e passione, tanto da direzionare molto l’ascolto verso questo disco

Il film che avete guardato da soli durante la quarantena.

ROBERTO: Il signore degli anelli, tutta la saga. E’ un capolavoro, dura tanto e quale miglior momento per farlo se non in quarantena? Il mio personaggio preferito è Faramir!

LUCA: The big Lebowski

La canzone che vi ricorda l’ultima volta che siete stati innamorati.

ROBERTO:  Allora, faccio una premessa. Sono in una relazione nuova da qualche mese, c’è grande sentimento, ma il tempo è poco per stabilire un brano che si sia contraddistinto su tutti. Però ad esempio Sailin’ di Rod Stewart l’ho conosciuto da poco e mi ricorda un bellissimo weekend che ho appena fatto a Lisbona con la nuova ragazza.                                                                                                               

LUCA: All i Need – Radiohead – Ho riscoperto questa band grazie alla mia attuale ragazza e non posso che ringraziarla ed esserle immensamente grato. Non è l’unico  capolavoro nascosto di questi magnifici artisti…

Quel libro che dovete leggere, ma che non vi ha mai convinto abbastanza.

ROBERTO: Il piccolo principe – Una compagna di corso aveva fatto la tesi su questo libro, ho intuito che fosse un capolavoro, ma non l’ho mai approcciato con convinzione.

LUCA: Non saprei, la musica mi porta via il poco tempo libero che ho. Probabilmente sarà la biografia di qualche artista di mio interesse!

Una foto senza nessun tipo di contesto.

ROBERTO: una foto d’infanzia, in montagna. Prenderei quella se dovessi  scegliere una foto senza coordinate, diciamo. Adoro la mia infanzia, per cui metto quella. Ovviamente ne avrei anche altre più “moderne”!   

LUCA: Sara’ stato il 2012… la foto ritrae me e altri due amici ridere come matti perché uno indossava un cappellino di un bambino trovato abbandonato allo zoo di Berlino.

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