TRAKS ti segnala cinque nuovi dischi in cinque recensioni in breve per questi giorni di vacanza (per qualcuno).
Mèsico, Pure and shining
Mèsico è il moniker scelto da Paolo Mazzacani, già noto esponente della musica elettronica e ambient su scala europea nel progetto Tempelhof, assieme a Luciano Ermondi. Pure and Shining, è il suo secondo lavoro discografico in cui ballate acustiche, fughe elettroniche e brani strumentali sono una vera e propria finestra sul mondo interiore dell’artista. Si parte da Abdicate to Love: le tematiche intime e sentimentali, che domineranno l’album, sono qui già presenti, circondate da un background sintetico. Si va invece in acustico con Long Way Back, impostata su canoni molto tradizionali. Appare la tromba a rendere ancora più malinconica A Beautiful Bride.
Arriva da molto lontano Harlem, mentre in The Devotees c’è un pronunciato senso del dramma, anche in questo caso in crescita progressiva. Un po’ più declamatoria e sorretta dal pianoforte Oh, Storm!, mentre lo strumentale Good Luck è un altro climax, stavolta elettronico. A Story for Lovers opta per l’acustico e il romantico, con radici folk-pop bene in evidenza. Breve e dolce Your Church, seguita da Bolthorn, altro strumentale malinconico. The Albatross (in memory of a friend) è un altro soundscape molto vasto, disegnato con attenzione, con un cantato particolarmente triste. Si chiude con Don’t Ask Me Why, ballad un po’ più serena rispetto all’umore medio del disco. Mèsico mette a punto tutti i propri strumenti per ottenere un disco molto omogeneo pur utilizzando una notevole varietà di suoni.
Daniele Isola, Animali urbani
Animali Urbani è il titolo del secondo album di Daniele Isola, pubblicato dall’etichetta RadioCoop. Prodotto da Pietro Paletti il disco è la prosecuzione di un percorso tra pop e musica d’autore iniziato nel 2015 con l’album d’esordio Luna di miele per 3. Si parte da Piano 24, che vive di visioni milanesi, con ritmo e malinconia elettronica. Nella mia natura opta per qualche scelta tra pop e hip hop e per un umore mediamente allegro. Inchiostro è un pezzo dalla cadenza molto marcata e dalle sonorità semplici. Un po’ più elaborata e molto pop 29 agosto, con una linea di basso molto fluida.
Piovono sceglie strade malinconiche, prima sintetiche e claustrofobiche, poi molto più aperte. Ecco quindi In un’ora, che vede Isola accanto alla cantautrice Verano, che regala calore e velluto alla canzone. Più tagliente Avida, con il synth in primo piano e tratti di malinconia sullo sfondo. Bolla di sapone tratteggia con calma, atteggiamento condiviso da Supereroi, che chiude il disco in modo leggero e fluido. Daniele Isola conferma doti e talenti coniugati spesso in un pop che potrebbe aver fortuna anche in ambiti non strettamente indie, aiutato anche da una produzione molto efficace.
Kaptain Preemo, Kaptain Preemo
Kaptain Preemo è un progetto garage rock psichedelico avviato nel 2014 dal cantante e chitarrista Luke Zammarchi e dal bassista Frank Fedi. Iniziato come trio e caratterizzato da un sound acido e sulfureo il gruppo si è poi allargato, virando su un sound di maggior respiro in ambito neo-psichedelico. Il loro primo omonimo lp è uscito per l’etichetta indipendente italiana Retro Vox Records, prodotto da Gregory Manzo e dalla stessa band. Dopo un’inquietante Intro: the Pentagram, ecco I’ve Never Sold My Soul to Satan, pezzo di rock con chiari influssi blues e garage, vivo e consistente. Forti tentazioni psych emergono con chiarezza in Cosmic Plastic Lady, che ha una certa carica vintage, rafforzata da un drumming a loop ipnotico. Who’s Who? vive un paio di vite diverse, una iniziale più tranquilla, una finale più agitata e convulsa, anche se poi torna la calma
Si dovrà interpretare come una risposta ai Verve Drugs Are Working? Ovviamente qui si parla senza dubbio di “drugs” in senso di “medicinali”. Fatto sta che il pezzo parte tranquillo e poi accelera verso piani di rock’n’roll e riverbero. I’m Gonna Save You Bobby ha traiettorie nette quanto i suoni sono sporchi, mentre Magick Hangover ha un giro semplice ma trascinante. La chiusura è affidata a Diamond Shade, molto esplosiva e rumorosa, con la batteria in particolare evidenza e qualche retrogusto da soundtrack poliziesca. Il progetto dei Kaptain Preemo nasce su basi piuttosto chiare e il disco è del tutto in grado di appagare gli appassionati di sonorità vintage, con particolare attenzione al periodo della psichedelia storica.
[bandcamp album=2831130781 bgcol=FFFFFF linkcol=4285BB size=venti]Reese, Black Russian
I Reese sono una band vicentina di cinque elementi che suona un energico alternative rock. Dopo un primo periodo di assestamento la band vede la sua formazione attuale nel 2010, con la quale pubblica due demo e un ep. Oggi arriva Black Russian, esordio su lp uscito per Sorry Mom! L’album parte con i movimenti rapidi di Scarecrow Soldiers, energico incipit di un disco che non difetta di potenza. C’è un’aura post grunge che permea Perfect Waitings. Atmosfera simile, ma più elettrica, quella di Riptide. Summer Dream ha profili pop rock, pur attraverso una selva fitta di suoni di una certa potenza.
Veloce e diretta The Soul Dress, mentre Gravity Wave prende qualche curva, con suoni e impressioni che riportano a band come gli Incubus. Pezzi come On Your Ego’s Shoulders e Perspectives aggiungono potenza ma anche qualche sfaccettatura diversa al suono della band. Ecco poi Black Russian, title track che alterna momenti di potenza ad altri più soft. View from the tree mescola sensazioni figlie del blues con momenti molto più rock. Cold Ashes è molto martellante e mette in evidenza la sezione ritmica. Si chiude con Still, che ha i toni della ballata e le qualità della canzone notturna. Prodotto con attenzione ai particolari, l’album dei Reese mostra qualità d’impatto e anche una certa facilità ad arrivare all’ascolatore senza troppi filtri.
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Blowout, Buried Strength
I Blowout sono una band stoner metal, nata a settembre 2013 e che da allora ha affrontato svariati cambi di formazione. Il primo lavoro discografico della band si chiama Buried Strength, registrato al 8lab studio di Trento, al Nologo studio di Laives (Bolzano), con mixaggio effettuato pure al Nologo studio e il mastering svolto al Swift mastering di Londra (UK). Special Guest nella traccia Stomp on fire è Dario Cappanera (KAPPA, Strana Officina – Francesco Renga – Vasco Rossi – REBELDEVIL ecc). L’incipit del disco, riservato a Cheers in Hell, è battagliero e già significativo: un fuoco di sbarramento intenso e ritmi da hard rock. Suoni robusti anche nell’oscura Slum. Feel the Phantom Pain affida la guida alla chitarra, anche se la voce è probabilmente il tratto più marcato del brano.
Be Divided Be Ruled ricorda il famoso divide et impera dei romani con pesanti dosi di chitarra e cori urlati. Stomp on Fire si muove su direttrici simili, con maggiore spazio per gli strumenti ma con la voce in grado di ritagliarsi un altro spazio più che significativo. Si torna a parlare di fantasmi con la furibonda Ghost Shadow. Lezioni di metallo antico riemergono in pieno nella title track Buried Strength. Si chiude sulle note di Scars of the Road, ultimo pezzo estremamente energico, rimbalzante tra hard rock delle origini e post grunge. Disco potente e compatto per i Blowout, che probabilmente trovano la loro dimensione migliore sul palco e che potranno portare le nuove canzoni e avere riscontri notevoli nei prossimi tour.