Calibro 35, “Scacco al Maestro – Volume 1”: recensione e streaming
Scacco al Maestro – Volume 1 (https://calibro.lnk.to/SAM) è il primo capitolo del nuovo progetto discografico e live dei Calibro 35 dedicato a Ennio Morricone, Scacco al Maestro. In uscita oggi per Woodworm/Virgin Records Label and Artist Services, questo primo volume è disponibile in formato lp, cd, digitale standard e hd e Dolby Atmos.
Scacco al Maestro impegnerà i Calibro 35 dal punto di vista discografico e live per l’intero anno, dopo un imponente lavoro in studio per le registrazioni. Nell’album appena uscito ci sono dieci tracce, tra cui il brano già disponibile dal 1° maggio La classe operaia va in Paradiso e due importanti featuring: Matt Bellamy, chitarra e fischio in Arena, tratta dalla colonna sonora de Il Mercenario diretto da Sergio Corbucci; Diodato, voce in C’era una volta il West, dall’omonimo film diretto da Sergio Leone.
Nel disco, oltre a Bellamy, Diodato e ai cinque componenti dei Calibro 35, Massimo Martellotta (chitarre e sintetizzatori), Enrico Gabrielli (pianoforte e tastiere), Luca Cavina (basso), Fabio Rondanini (batteria) e Tommaso Colliva (programmazione e sound design), hanno collaborato anche Giuseppe Scardino (sax baritono) e Sebastiano De Gennaro (percussioni), in gran parte del disco, oltre a Valeria Sturba (theremin su Svegliati e uccidi), Mirko Cisilino (tromba in Arena), Yoko Morimyo (violino), Chiara Ludovisi (viola), Samuele Bianchi (violino), Giovanni Volpe (violoncello).
Calibro 35 traccia per traccia
C’è il fischio ad aprire già le prime battute di una solenne Arena, con la partecipazione di Matt Bellamy, in una melodia che sa molto di western ma anche di marcia trionfale, per aprire in gloria il progetto.
Si procede con i ritmi nervosi e le sonorità meno composte de La classe operaia va in paradiso, profondamente legata agli anni Settanta per atmosfere e ispirazioni, eseguita in modo inquieto e serpeggiante.
Cambia scenario Svegliati e uccidi, scritta per il film di Lizzani su Luciano Lutring, “il solista del mitra”. Qui di solisti non ce ne sono, ma c’è un ensemble perfettamente coordinato e capace di tessere una trama fitta e articolata.
Tocca poi alle celeberrime arie de Il buono, il brutto, il cattivo, tra le più celebri di Morricone e largamente complici del successo del film di Leone. La parte vocale e i fiati, il flauto soprattutto, diventano predominanti nel pezzo che è sinonimo di western come pochi altri.
Più sommesse le arie di Che cosa avete fatto a Solange?, legate a un inquietante thriller del 1972. Ed eccoci a C’era una volta il West, altro capolavoro centrale e famosissimo. La voce di Diodato si fa lirica e plastica per inseguire le note commoventi e intense del brano.
Cast considerevole per Un tranquillo posto di campagna, film del ’68 di Elio Petri (e Tonino Guerra) con Franco Nero e Vanessa Redgrave, Orso d’Argento a Berlino: qui le atmosfere partono da un pizzico di ironia prima di farsi grottesche e stranianti.
Anche Una stanza vuota proviene da Svegliati e uccidi, ma qui il noir è molto più sentimentale, con code di organo a regalare coloriture antiche. Si narra che Trafelato invece sia stato il primissimo brano suonato insieme dai Calibro 35, quindi sostanzialmente obbligatorio in quest’opera: un movimento muscolare e quasi scoordinato che sa di prog, di jazz, di mescolanza magmatica.
Chiusura perfetta con L’uomo dell’armonica: una conclusione epica con un altro brano leggendario e decisamente unico, per concezione e realizzazione.
Bisognerebbe essere sempre grati ai Calibro 35 per il lavoro fatto in questi anni, tra recuperi, inediti, riscoperte e idee originali. Ma forse qui un po’ di più: Morricone è un patrimonio della musica mondiale, ma di solito questa definizione si attaglia anche a geni che hanno esaurito la loro funzione e il loro fascino.
Invece, proprio grazie ai Calibro, non è difficile avvertire novità e freschezza di un lavoro musicale intenso e vibrante, capace di sorprendere anche quando lo si riapprezza a decenni di distanza dalla prima uscita.