Candreva, “Supermercati”: recensione e streaming
Chiami un disco Supermercati e la gente inizia a prenderli d’assalto: le infinite possibilità dell’indie pop. Del resto già il nome della band è Candreva, come l’ala destra dell’Inter e della Nazionale molto amato ma anche un filo divisivo, in grazia soprattutto dell’infinito numero di terzini avversari centrati sui cross.
Ma parliamo di musica: i Candreva sono all’esordio con questo disco, dopo alcuni singoli che sanno di synth pop e che hanno già fatto sollevare qualche sopracciglio.
I Candreva sono nati nel 2017 e sin dall’inizio svolgono una intensa attività live in giro per l’italia, tra cui il Lumière di Pisa, la Limonaia di Fucecchio, il BEAT festival di Empoli e il Woodsound festival a Lago Sirino (PT).
“Supermercati” parla di due persone. Due persone sole che, al centro di un ciclone fatto di bisogni sempre nuovi e oggetti o idoli da desiderare, smettono di desiderarsi e diventano oggetti. Due persone che sbagliano: prima vicine, poi lontane, per tempi, spazi, emozioni. Due persone che, svuotate come ostriche senza perla, si scelgono e si comprano come alsupermercato, senza capirsi mai.
Tutti, o quasi tutti, ormai scelgono le persone, senza approfondire, come prodotti sullo scaffale, per poi disfarsene come «gli ombrelli al cinema quando non piove più» o «come sigarette bruciate male, baciate e poi gettate via». Sempre più ridotti alla dimensione del singolo, tutto è mono-porzione, tutto è individuale.“Supermercati” è un disco che parla di quanto sia difficile in questi ultimi anni mostrare realmente i propri sentimenti. E quanto sia facile invece svenderci senza capire chi abbiamo di fronte.»
Candreva traccia per traccia
L’album si apre con Sbagli, che ha un incipit soffuso e calmo, con battiti profondi e lontani, per poi animarsi un po’ aggiungendo elettronica.
Intrisa di nostalgia e con un groove potente e colorato, ecco Ostriche, piuttosto popolata di immagini e con un buon giro di basso.
Molto più contundente il carattere di Deriva, che si ricollega in modo concreto alla linea “alta” del synth pop italiano dagli anni Ottanta in qua (Garbo, Bluvertigo eccetera).
Mezzogiorni siderali si consumano in Tuffi a bomba, che mostra il lato più indie e più malinconico della band, che comunque non rinuncia mai a una buona attività della sezione ritmica.
Un po’ di malumore rimane anche in Ci giri intorno, animata però da battiti più serrati, questa volta strabordando verso l’indie rock internazionale (Interpol e simili).
Distanze emotive affronta un percorso che parte dai sotterranei sonori per emergere all’aperto e raccontare diversi modi di brillare.
Non c’entra Vasco con Bollicine, che parla di spritz mentre disegna tutto un sottobosco di elettronica mentre esterna evidente ammirazione estetica per una ragazza immersa in attività da night life.
Si chiude in tristezza, con Natale a colori: benché il pezzo si animi l’ambito di quest’ultima canzone del disco rimane cupo.
I Candreva esordiscono con un album ricco e interessante, dalle sonorità ben curate e dalle idee non banali. Piacciono i testi e piace la scelta del synth pop che però non si appiattisce sulla nostalgia dei fasti che furono.