Caspio, “Noi che viviamo in un mondo perfetto”: recensione e streaming

Esce il primo album di CaspioNoi che viviamo in un mondo perfetto (Believe Music Italia): un disco che racconta del mondo in cui viviamo, un mondo che ci chiede costantemente di essere perfetti, di superare costantemente noi stessi e gli altri, un mondo per il quale non siamo mai abbastanza bravi, forti, performanti.

Per questo “Mondo perfetto” abbiamo rinunciato a noi stessi, alla nostra libertà, al nostro tempo, sulla base di una promessa non mantenuta: quella di un futuro migliore. E ora eccoci qui, intrappolati in dinamiche da cui non riusciamo più a liberarci e che sopportiamo per farci accettare dagli altri, per appartenere a qualcosa, per farci voler bene. Qual è la via d’uscita a tutto questo? Fare un passo indietro e arrenderci?

Caspio traccia per traccia

Si cerca il senso con Cinico, brano d’apertura cantato con voce gentile ma abbastanza tagliente, sulle onde di sonorità che fanno pensare all’alternative rock internazionale degli anni Novanta.

Noi Normali siamo al centro di un brano dialettico e mid-tempo, con il tentativo strenuo di sembrare, appunto, “normali”, in un mondo che di normale ha pochissimo.

Come doveva andare ha un giro di chitarra e un’attitudine post grunge, con pensieri larghi come onde che si infrangono all’improvviso. Con Arrendersi ci si incammina su strade più scure ma non negative, con un senso di intimità maggiore, aiutato anche dalla chitarra acustica.

Torna a fare rumore Improvvisamente, che porta con sé altre onde elettriche, alla ricerca di una via d’uscita che non si trova. Per farsi voler bene abbassa i toni ma non i sentimenti: il bisogno di approvazione, forse il sentimento più comune sulla Terra oggi, insieme all’ansia, prende forme rock, delineate dalla chitarra e dalla sezione ritmica. “Non puoi fuggire per strade nuove e farti voler bene“.

Molto viva Questa sera, una storia di corsa che parla di coraggio e di una sorta di immunità temporanea, che ha molto a che fare con la gioventù. Piuttosto morbida, soprattutto sul finale, Vale la pena?, domanda che viaggia accompagnata dagli archi.

Più tempestosi i concetti di Non dirlo a nessuno, che parla di pericoli che si possono evitare nascondendosi e perdendosi fra la gente. Si chiude con Prima di impazzire, che fa pensare a certe fasi acustiche del grunge, con una partenza morbida e una propensione all’esplosione sempre innescata.

Il cantautorato con forme di rock alternativo di Caspio convince nella propria semplicità sonora che riesce a trovare sostanza in ogni brano. A questo si aggiunge una certa passione trasmessa dai testi, sia quelli più aspri, sia quelli più sommessi, che sanno di autobiografia anche quando parlano in generale.

Genere musicale: rock alternativo

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