Lasciata alle spalle la natìa Val di Sole e la presenza a X Factor di qualche anno fa, dopo il primo omonimo album, che ha superato i 3 milioni e mezzo di ascolti su Spotify, Caterina torna con il secondo lavoro in studio, intitolato In queste stanze piene.
Anche in questo nuovo lavoro, come nel precedente, gli arrangiamenti sono a cura di Clemente Ferrari, già produttore per Max Gazzè e Fiorella Mannoia. Tante le collaborazioni presenti nel disco: tra queste la scrittura di Gio Evan nella ballad Groenlandia e di Anansi in Casa mia. L’album è stato anticipato dai brani La Promessa, Abitudini, La Vita Davanti e Povera me che hanno consolidato gli importanti numeri di ascolti sulle piattaforme e confermato la cantautrice trentina tra i talenti del nuovo panorama italiano.
Caterina traccia per traccia
Conseguenze frizzantine in Causa affetto, gioco di parole con effetti pop, che funziona da apertura del disco, con una certa dose di energia e di allegria.
Più tirata, relativamente, La promessa, che non è un romanzo di Dürrenmatt ma un pezzo dalle tinte abbastanza scure e un po’ rockeggiante, benché si parli anche del sole di Cattolica.
Abbastanza rapida Povera me, sempre in tema di pop con un po’ di synth: pensieri in libertà su un ritmo vagamente danzato, con qualche accelerazione.
Ecco appunto la ballatona Groenlandia, con pianoforte, versi di Gio Evan, aquiloni e zucchero ovunque. Passiamo alla prossima: più ruvida Non è vero, che comprende chitarre, cambi di ritmo e risentimenti sparsi.
Sincopata e simpatica, ecco poi Abitudini, che sparge un po’ di buonumore e molte vocali. Il Palio di Siena potrebbe introdurre una canzone tutta sangue, polvere e sudore. Invece no: altro brano poppettino, con qualche sorrisino giocosettino.
Torna il pianoforte e la necessità di risposte e di melodie ne La vita davanti, che si dipana come una ballad in maniera canonica, anche con gli archi nel finale.
Problemi geografici e di orientamento condensati in Non so dove abito, midtempo a umore variabile. C’è la penna di Anansi in una piuttosto pensosa Casa mia, basata su chitarra, sensazioni soul, citazioni bibliche e speranze future.
Si torna a modi più tranquilli con Sempre più piccola, che fa riferimento a ricordi d’infanzia, per cercare la propria strada. Credits2 contiene esattamente quello che promette il titolo.
Ho un problema personale con il modo di cantare di Caterina. Ma, appunto, è un mio problema: oggettivamente la ragazza fa tutte le cose giuste, scrive bene, mette lì un disco pop con un titolo perfetto, una copertina perfetta, forse un filino prevedibile ma, per il resto, inappuntabile.