C+C=Maxigross, “Cosmic Res”: recensione e streaming

Esce oggi, venerdì 20 gennaio, Cosmic Res, il nuovo album dei C+C=Maxigross, collettivo psichedelico che dopo due anni di silenzio riemerge con un rinnovato percorso discografico, anticipato dai singoli Ooh, and it makes me wonder e Io
me ne sto fermo ad aspettare
, usciti a novembre e dicembre 2022.

La perdita che il gruppo ha deciso di celebrare con questo disco è quella di Miles Cooper Seaton, fondatore degli Akron/Family e molto vicino ai C+C: con loro aveva condiviso, a Verona, le avventure di Casa Tega, il quartier generale dell’etichetta fondata dal collettivo. E aveva lavorato con alcuni progetti italiani di rilievo come Any Other, prima di trovare la propria fine in un incidente stradale, a soli 41 anni.

La verità è che queste canzoni sono nate ben prima di pensare a un disco e a cosa succede quando pubblichi un disco. Queste canzoni sono nate quando qualcosa, per la precisione qualcuno, è morto. Quando ci siamo ritrovati in due, Cru e Tobjah, a guardarci in faccia, sapendo che inevitabilmente c’era una sola cosa da fare.

La verità è che, ancora una volta, solo quando non possiedi niente non hai più niente da perdere. Abbiamo suonato, registrato, improvvisato, scritto, pianto, urlato e gioito. Abbiamo cercato di meravigliarci della musica che a volte ci usciva librando leggera, a volte affondava pesante come un macigno. Abbiamo portato questo calderone di suoni e parole da Duck Chagall, co-fondatore del collettivo, e abbiamo rimescolato le carte, sempre alla ricerca dell’eterno stupore.

Prima di partire il nostro Maestro ci ha insegnato com’è difficile trovare l’alba dentro l’imbrunire. Probabilmente ci vorrà una vita intera per scovarla, e forse mai ci riusciremo. Ma quando un giorno ci dovremo fermare, e solo a quel punto guarderemo indietro, finalmente capiremo. Senza quell’obiettivo non saremmo mai riusciti ad arrivare fino a lì

C+C=Maxigross traccia per traccia

Intenti incendiari, ma soltanto per l’incenso, in Bruceremo Palo Santo, che ha ritmi abbastanza sostenuti ma anche un atteggiamento meditativo, con le tastiere che folleggiano qui e là. La celebrazione che si intuisce è in realtà un funerale, non piovoso e freddo, ma anzi colorato e ricco di luce.

Si prosegue poi con Ooh, and it makes me wonder, già presentata come singolo: voce filtrata ed espressioni di meraviglia che riempiono le casse in modo voluminoso.

Poco statica, a dispetto del titolo, ecco poi una molto tribale e rumorosa Io me ne sto fermo ad aspettare. Anche qui si parla di un amico che è andato via lontano, ma anche qui non è la tristezza che domina la scena: le immagini sono quasi festose, tra sogno e catarsi.

E’ tempo di navigare su Battelli ebbri, un po’ più tranquilla per quanto riguarda i ritmi, con i fiati che svisano e tante sensazioni che si affollano per terminare in una confessione di atarassia temporanea.

Chitarra e Sudamerica per Memoro, altro pezzo abbastanza ricco di intimità, un po’ meno rumoroso, a sottolineare i ricordi che rimangono.

Decolla poi un’Aquila bianca, che racconta anche ricorrendo al recitato. La narrazione ha un che di magico e di antico, aggiungendo suggestione e senso del rito.

Mele d’Argento, con il featuring di Vipera, ha profili psichedelici più sviluppati, arricchiti dai contrasti vocali. Si procede con Ora che vi sento, altro brano intimo e piuttosto accorato, per lo più acustico, che parla di cicloni e di “lasciare andare”: “Non dire una parola che non sia d’amore”.

La chiusura è ricca di archi ed è quasi in versione spoken words: Questi siamo noi racconta della perdita e delle emozioni che la accompagnano in maniera quasi letterale. Anche qui si balla e ci si muove, però, senza lasciarsi andare del tutto alla disperazione.

La giungla sonora dei C+C=Maxigross si arricchisce di un nuovo episodio, che purtroppo celebra un lutto. Ma lo fa in modo creativo e, a suo modo, positivo: i ragazzi riescono a essere perfino gioiosi senza scadere mai in banalità e a trarre dalla propria perdita momenti di invenzione sonora che si tramutano in canzoni, per contrasto, molto ricche di vita.

Genere musicale: alternative, psichedelica

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