Century Light, “Memory Box”: recensione e streaming

Dopo i due singoli e video Beast e Lose Control arriva il momento per l’esordio discografico della rock band dei Century Light: Memory Box contiene nove brani inediti e un remix disponibile in tutti gli store digitali e piattaforme streaming su Vrec Music Label. È disponibile anche una tiratura limitata di 100 copie in formato cd “simil vinile” confezionato in versione 45 giri. Acquista / Ascolta 

I CenturyLight sono i reggiani Mattia Ferro (lead vocals & chorus) e Fabio Bardi (basso) coadiuvati su disco dai musicisti Matteo Gozzi (guitars, acoustic guitars, programmazione), Diego Scafidi (batteria) e Joe Foresta (backing vocals & chorus).

«Un album che vuole dare voce alle lotte interiori – afferma la band – per scavare dentro alla parte di noi che preferiamo non vedere, ai sogni, agli incubi e alle passioni che durante il nostro vissuto rimangono sospesi a mezz’aria».

Century Light traccia per traccia

Una partenza con qualche sapore vintage, tra new wave e new romantic: il disco si apre sulle note della morbide e synthetica Demolition.

Il singolo Beast presenta un lato leggermente più aggressivo (ma leggermente) con un inciso quasi rappato e una chitarretta un po’ funky.

Partenza fiammeggiante per Daybreak, che poi si calma e trova le note della chitarra a fare da contraltare al synth.

Di nuovo tastiere evidenti all’inizio di Loyal Fool, che esplora qualche oscurità e qualche mistero, incamminandosi lungo sentieri suggeriti dal pop internazionale (per esempio dai Placebo).

E’ il turno delle chitarre invece in Icarus, che innalza il suo volo su basi più rock, compreso un articolato lavoro di basso.

Lose Control è un incitamento alla liberazione condotto in modi piuttosto energici, con il drumming questa volta molto protagonista e certe morbidezze dell’avvio dell’album quasi dimenticate.

Si torna all’oscuro con Melting, capace poi di emergere in modo rumoroso dopo qualche passaggio buio. Describe si inserisce da subito in discorsi molto più malinconici e sincopati.

Ecco poi il decollo di Spaceship, ritmo medio ma toni sostenuti, con altro incisetto crossover hip hop. Si chiude con il remix un po’ danzereccio di Melting.

Per chi (disgraziatamente) ha vissuto di persona gli anni Ottanta potrebbe esserci un certo pericolo di déja vu con questo disco dei Century Light: bellocci, vestiti di pelle, sguardi intensi, suoni vintage, un pop un po’ tormentato. Ma l’operazione è condotta in porto con una certa perizia e il risultato è più che gradevole.

Genere: synth pop

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