I Catari di Monforte a Milano è il nuovo disco di Cesare Malfatti. Dopo le uscite di A Temporary Lie con Georgeanne Kalweit (marzo 2022) e “Turn To See Me” di The Dining Rooms (Aprile 2022), Malfatti torna con un progetto solista ispirato all’opera I Catari di Monforte: un saggio scritto da Domenico Garelli – nonno di Malfatti – che illustra la vicenda dell’eresia catara di Monforte d’Alba (Cuneo), conclusasi nel 1028 con il rogo in Corso Monforte a Milano.
Il saggio di Garelli, pubblicato per la prima volta nel 1979, è stato aggiornato in una nuova edizione, Monforte d’Alba Storia Di Un’Eresia, affiancata dalla musica d’autore di Cesare Malfatti.
Chiara Castello partecipa alle voci di tutti i brani del disco; il singolo Al Castello Del Sir, pubblicato il 25 luglio, il cui testo è stato estratto da un poemetto incompiuto di Giovanni Berchet, è stato composto ed eseguito insieme al chitarrista classico Filippo Corbella.
Per i testi, Malfatti si è avvalso delle collaborazioni di Giulio Casale, Gianluca Massaroni, Luca Lezziero, Dany Greggio, Luca Morino, Alessandro Grazian, Luca Gemma, Giuseppe Righini, Angelo Sicurella, Vincenzo Vasi, Alex Cremonesi.
Cesare Malfatti traccia per traccia
Parole “soffiate” quelle che aprono, tra colorati suoni sintetici, sia il disco sia la prima canzone, Credo. Le parole sono soffiate come vetro, si direbbe, almeno deducendo dai colori di un brano che interseca suoni acustici ed elettronici, offrendo un tappeto sonoro variegato a un testo che sa di suggestivo.
Possibilità si fa molto più drammatica: un dialogo con l’Altissimo, anche semplicemente per chiedergli se esiste, in attesa del martirio, mentre ritmi e voci si scompongono su un brano intenso e già molto sofferto. “Se ci fosse la possibilità di credere in niente/la accoglierei”.
Ecco poi il primo singolo Al Castello del Sir, che stende il testo ricavato da Berchet su un background di suoni sempre meno medievali e sempre più proiettati in un futuro elettronico, calcando volutamente la mano sui contrasti temporali.
Momenti notturni raccontano di amore e pazzia, splendore e anarchia, all’interno di una strisciante Davvero non sappiamo cos’è, forse il momento che fa pensare maggiormente al passato con i La Crus.
Più dinamici i tratti di Un Romeo in lacrime, che parla di roghi e di catarsi, ponendosi domande mentre i battiti acidi attorniano il pezzo. A proposito di domande, ecco Dio dov’è, probabilmente la domanda più importante per un credente: la risposta (non) arriva grazie a un brano morbido e dal passo marcato, alla ricerca di una salvezza sempre più improbabile.
Milano la notte sembra arrivare improvvisamente alla contemporaneità, ma in realtà è un gioco di sovrapposizioni agevolato da ritmi e sonorità elettriche e apertamente rock. Il pezzo spicca per incisività, soprattutto grazie a un giro di basso particolarmente tagliente.
Si parla di uragani che spazzano via in Una casa, un po’ luogo fisico e un po’ metafora della mente, comunque vittima di distruzione senza pietà. Più pacifica l’aria di Altrove, che scioglie parte delle molte tensioni accumulate fin qui, anche con l’ausilio di un po’ di chitarra acustica.
La serenità, ancorché qui più malinconica che serena, si estende fino a Non capirai, che solleva anche suoni di archi, opponendoli a un lavoro continuo di altri strumenti più “terreni”.
Si procede con Da Monforte persona non viene a Monforte persona non va, quasi una filastrocca per titolo di un brano che ha tratti quasi consolatori, pur nell’oscurità complessiva. Il fuoco è sempre presente, ma la verità del cielo sembra più forte di tutto.
E’ necessario chiudere la vicenda con un finale sobrio: Un’eresia apre il lutto ma testimonia anche un messaggio e dei ricordi di un’esperienza che rimangono attraverso i secoli.
Un disco che nasce da un libro, parlando di eresie medievali e di roghi: oggettivamente l’impresa che si è proposto Cesare Malfatti sembrava improba. Invece, con vasto uso della sua sapienza elettronica e con l’attenzione ai dettagli, con la cura e il cesello, il lavoro è riuscito perfettamente, non presenta tratti di noia, non suona fuori tempo.
A partire dalla scelta dei collaboratori fino al dispiegamento di testi che hanno il fuoco come fil rouge ma si permettono qualche excursus tematico che prescinde dai tempi, presentando risonanze con il presente.
Genere musicale: cantautore
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