Cosmo, Carucci, Ditonellapiaga @ Balena Festival (Genova): il report
Balena Festival day 7: arriva la cassa dritta e non capiamo più niente. E la cassa dritta in questione è quella di Cosmo, che trasforma l’Arena del Mare in un Tomorrowland al pesto. Insieme a lui ci sono anche Ditonellapiaga e Maurizio Carucci sul palco principale e Venice e Balto sul second stage. Il caldo continua a essere l’ospite inopportuno che arriva senza essere stato invitato, e che mette a dura prova anche i fisici più atletici come quelli messi in mostra dagli artisti della serata.
La prima a esibirsi è Venice, giovane talento che muove i primi passi nel soul e nell’R&B e che durante il suo percorso evolutivo ha cercato di perdersi per ritrovarsi. Viso pulito, inizia a scaldare il pubblico che piano piano comincia ad arrivare. Ci si sposta poi da Ditonellapiaga, che si prende di diritto il palco principale con la sua voce, il suo carisma e la sua voglia di ballare e far ballare. Se già a Sanremo aveva dato prova del suo talento, live ha davvero l’aria di una promessa mantenuta. Morphina, Spreco di potenziale, Chimica, il nuovo Disco (I love it) sono solo alcuni dei pezzi proposti da Margherita Carducci, vero nome dell’artista romana, che proprio in queste settimane ha portato a casa la Targa Tenco per il suo Camouflage per la miglior opera prima, con buona pace di chi ha sempre pensato e venerato il cantautorato chitarra in mano.
Giusto il tempo di una birra e ci si trova davanti alla gloria locale della serata: Maurizio Carucci. Il frontman degli Ex-Otago torna davanti al suo pubblico, alla sua Genova, ai suoi amici, dopo la pubblicazione del primo album solista Respiro. È visibilmente emozionato, saluta e ringrazia facendo su e giù dal palco, come chi ha voglia di prendersi quello che per troppo tempo gli è mancato. Si parte con Metà mattina, si passa attraverso Genova anni ’90, Giorni Nostri, Silenzio, arrivando a Fauno, il brano che in qualche modo ha sancito l’inizio della nuova versione di se stesso. Ci sono poi incursioni otaghe, al pianoforte, accennate e basta, con Mare e La nostra pelle a far capolino e a far cantare proprio proprio tutti. D’altronde la città natale di Carucci è un po’ il suo posto nel mondo, anche se ha scelto di vivere in val Borbera e di continuare dall’Appennino a fare la sua rivoluzione quotidiana. Si balla, ci si emoziona, ci si abbraccia, nel mentre, fino ad arrivare a Paura: un elenco di cose che, appunto, spaventano. Finita la sua esibizione, Maurizio non si sottrae all’affetto dei fan e agli abbracci dei vecchi amici, con ancora addosso la stessa emozione.
È poi la volta dei Balto, per cui nuovamente si torna al second stage, anche se quasi spiace. La band colpisce fin dalla breve bio su Spotify: “notti insonni per cuori incerti”. E tanti cuori incerti si sono riuniti attorno al palco, mai come in questo caso un po’ troppo piccolo, a cantare e a ballare i pezzi scelti per questa stagione di live: si parte con Quella tua voglia di restare, seguita poi da Ballare, I tuoi vent’anni, Giornate, Preghiera, Niente di noi e il gran finale con Mac Baren. Davanti al palco alcuni fedelissimi cantano parola per parola ogni canzone, ballando senza sosta.
Il fiato e le gambe devono per forza non abbandonarci proprio ora: si spengono le luci intorno ed ecco arrivare Marco Jacopo Bianchi, in arte Cosmo. Anni di pandemia vissuti malissimo corrispondono a una voglia di suonare e di ballare incontenibile: il musicista e agitatore di folle torinese salta senza sosta dall’inizio alla fine dello spettacolo, perché di spettacolo è necessario parlare. Si susseguono i brani che hanno contribuito a consolidare la carriera dell’artista, che da L’ultima festa a oggi ha conquistato un pubblico decisamente eterogeneo: ci sono bimbi, giovani e meno giovani, tutti uniti dalla grande voglia di ballare, di vibrare, di abbracciarsi quando arriva la scossa.
Un’energia invidiabile, condivisa con la compagna di palco Pandan, pronta anche lei a stupire, con il look decisamente alternativo, colorato e dissacrante. I pezzi sono stati rielaborati, riarrangiati, metabolizzati ed escono da tutti i pori insieme al sudore che, inevitabilmente, la fa da padrone. Si comincia con Antipop, poco dopo le 22, e si continua senza sosta fino a dopo mezzanotte passando per Quando ho incontrato te, Puccy Bom, La musica illegale, Mango e L’amore.
Un breve stop prima della fine, in cui Cosmo ritorna sul tema della musica che nel nostro paese ha sempre qualche limite: in questo caso di orario, visto che i volumi sono altissimi e la notte è già calata da un pezzo. Cambio in scaletta quindi, e a sorpresa arriva Sei la mia città, prima del finale con Noi. Prima dei saluti, un abbraccio collettivo al pubblico, che ha dignitosamente tenuto botta fino alla fine e un ultimo messaggio arriva forte e chiaro prima di andare a nanna: “Mi raccomando, andate a votare a sto giro”.
La scaletta completa del concerto di Cosmo
Antipop
La cattedrale
Le voci
Fuori
Cazzate
Quando ho incontrato te
Turbo
Puccy Bom
La musica illegale
Mango
Animali
L’amore
L’ultima festa
Sei la mia città
Noi