Cristiano Godano ha presentato qualche giorno fa Stammi accanto, il secondo album da solista: le canzoni sono nate nel 2021, come ci ha raccontato lo stesso leader dei Marlene Kuntz, poi sono maturate e si sono fatte belle nel corso di qualche anno e qualche trattamento ulteriore, che però non le ha snaturate.

Figlie del sollievo della fine della pandemia, si riscoprono più serene rispetto a quelle di Mi ero perso il cuore, esordio solitario uscito cinque anni fa. Nel frattempo ci sono state le evoluzioni più universali di Karma Clima, album pubblicato con la band e portato trionfalmente in tour. Ed ecco qui le canzoni nuove del musicista piemontese, che si è accompagnato ad alcuni collaboratori di peso e che a sua volta andrà in tournée con i Guano Padano per fornire supporto a questo lavoro.

Il disco è stato registrato e mixato tra aprile e maggio 2021 da Luca Rossi presso PlaTone Studio (RE), con le tastiere di Vittorio Cosma registrate da Andrea Sartirani presso Music production (Milano), batterie di Simone Filippi registrate da Vladimir Jagodic presso PlaTone Studio, masterizzato da Giovanni Versari presso La Maestà Studio.

Cristiano Godano traccia per traccia

C’è qualcosa che brucia“, racconta Godano, nella sua vita: in mezzo a moltissime domande, per lo più esistenziali, c’è una certezza nelle prime parole di Stammi accanto, title track posta proprio in cima al nuovo disco. Le immagini sono molto vive e sospinte dalle tastiere, di varia natura, che provvedono un accompagnamento morbido al testo meditabondo del brano. Una coda finale con variazione provvede un twist imprevisto.

Qualche movimento in più, benché aereo, si incontra Nel respiro dell’aria, che non soltanto per coincidenze di titolo è il primo vero brano “da Marlene” che si incontra nella produzione solista di Cristiano: con un arrangiamento diverso la canzone, molto avvolgente e con un testo con qualche punta acuta e acuminata, poteva stare tranquillamente anche in un disco della band. Ma sta benissimo anche qui, omogeneo con i contenuti dell’album e pensoso senza essere statico.

Con Dentro la ferita si respira un’aria piuttosto folk, con qualche pizzico di organo a fornire una pista di pattinaggio ideale per due tipologie diverse di malinconie: quelle del titolare del disco e quelle, forse più eteree, di Samuele Bersani, che offre un complemento vocale e ideale al brano. Si parla di ferite, si parla di “scrostare l’ansia“, ma senza particolari struggimenti, come se la soluzione fosse già a portata di mano.

Ricompare il mondo che non vorrei” racconta Eppure so, che a dispetto delle contrarietà parla di speranza, ricerca di poesia e bellezza, sogno: gli archi alimentano gli afflati verso l’alto di un brano posato ma ricco di emozione.

Un’isola lontana e le nuvole che giocano con il sole sono le immagini, sorprendentemente serene, che vanno a dipingere lo sfondo di Lode all’Istante, brano vintage e con un’attitudine che, se uno parte dal presupposto che si tratta dello stesso autore di Festa mesta, solleva dubbi di identità. Ma per fortuna niente rimane per sempre uguale: se non pacificato, Cristiano negli anni ha trovato qualche risposta e la sta convogliando in ciò che scrive oggi.

Ecco qualche piccolo rimbalzo in campo pessimista con Cerco il nulla: una citazione di Battiato, di cui si echeggia la ricerca, per esprimere un atteggiamento, possiamo dire, filosofico. La ricerca è tutto sommato quella del Nirvana buddhista, che liberi da sconvolgimenti e fornisca “un qui e ora eternabile”. Ma i suoni sono morbidi, la sofferenza sembra già sfumare lontana.

Una serie di immagini demoniache caratterizzano Ti parlerò, che vive di sensazioni molto più fratturate di quanto non raccontino sonorità comunque soffici. Un rapporto che vive momenti drammatici, qualche allusione alla violenza sulle donne, in un testo di non facile lettura ma che comunque invita al cambiamento.

Si torna alla serenità con Vacuità, che parla di due occhi magici che irradiano intensità e ravvivano il desiderio. Le bibliche vanità delle vanità (dal libro dell’Ecclesiaste) sono il concetto di partenza per raccontare qualcosa che così vacuo però non sembra. Anzi forse c’è una “lei” che fornisce senso a una vita che di per sé avrebbe poco senso e legittimerebbe la voglia di slegarsi dalla realtà.

Non dev’essere semplice vivere due vite musicali, anche quando non sono in netto contrasto: ma è indubbio che ci sono differenze tra Cristiano Godano il solista e Cristiano Godano il leader dei Marlene. Anche perché altrimenti non avrebbe senso mantenere due strade distaccate.

Oppure dev’essere facilissimo, in un certo modo: la band significa mediazione, condivisione delle idee altrui (anche quelle che non piacciono), lunghi discorsi per dare soddisfazione a tutti eccetera. Invece portare avanti un discorso solista è liberatorio e consente di diffondere i propri pensieri senza voler accontentare tutti.

E non vuole certo accontentare tutti Godano (non che l’abbia mai voluto): il suo è un disco intimo, profondo, personale, sicuramente ricco di pensieri sedimentati a lungo. Ma si avverte anche come stia trovando una chiave accessibile per mostrarli, portarli in giro e condividerli con chi ascolta: il disco comunica moltissimo, si mette in contatto e cerca riscontri e apprezzamento, senza mai passare il limite. Stammi accanto è un titolo, ma è anche una richiesta alla quale è difficile dire di no.

Genere musicale: cantautore

Pagina Instagram Cristiano Godano

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