Cristiano Pucci: credere nei dischi dal vivo è fondamentale nel processo di crescita
Sul palco il musicista mostra davvero chi è, dietro le maschere e al di là dei trucchi sonori: è una verità semplice, forse è anche un luogo comune, ma è sicuramente un concetto molto realistico. Deve averla pensata così anche Cristiano Pucci, songwriter toscano che però calca più spesso i palchi londinesi perché vive lassù, con la compagna e la figlia. Di recente ha infatti pubblicato liveWRHS, un live registrato alla Tana del Bianconiglio (White Rabbit House, da cui l’acronimo) e gli abbiamo chiesto quali siano le sue motivazioni.
Ciao Cristiano, spiegaci perché è giusto credere ancora nei dischi dal vivo
Anche se non va più di moda, avere un disco dal vivo è sicuramente molto importante per creare un’istantanea dell’artista. Esprimersi prendendosi tutti i rischi, difetti e limiti, rende il cantante o la band credibile. Credere nei dischi dal vivo è anche fondamentale nel processo di crescita di un artista facendo assimilare il sound a una fascia di persone che inizieranno a seguirti. Mettersi in gioco cambiando le carte in tavola senza possibilità di ritocchi e correzioni è il mezzo migliore per farsi conoscere e riconoscere. Anche se gli autotunes stanno rivoluzionando la concezione della musica di musica oggi e forse il vinile sta tornando di moda, il live è qualcosa che sta acquistando sempre più valore negli anni.
Raccontaci un po’ della genesi di liveWRHS
Ho iniziato a lavorare al liveWRHS nella primavera del 2021 registrando definitivamente tutto a dicembre nello stesso anno. Tendenzialmente l’idea era di fare un acustico ma alla fine mi sono sentito più a mio agio in presenza di una band. Ci siamo preparati molto in remoto e abbiamo amalgamato il tutto nei tre giorni di prove prima del concerto. I video e la produzione, invece, sono stati elaborati lentamente fino a gennaio 2023 quando ho avuto le idee chiare sul format a livello promozionale. Il periodo di incubazione è stato lungo ma alla fine era tutto pronto lì nel cassetto. Essenzialmente Il liveWRHS ha avuto la funzione fondamentale di accorciare i tempi di uscita tra il primo ep Madness in Heaven e l’album In Glam tuttora in elaborazione.
Come hai scelto la scaletta del disco? E ci sono pezzi “meritevoli” che secondo te sono rimasti fuori?
All’inizio i pezzi scelti erano dodici-tredici, poi durante le prove abbiamo selezionato soltanto i migliori. Alcune cose sono state escluse per motivi di tempo o magari perché non funzionavano; altre sono state leggermente modificate. Il materiale alla fine include sia l’ep Madness in Heaven (2022) sia l’album precedente Sex & Love (2019). Mi è dispiaciuto molto aver scartato pezzi come The Song of Love o Red Rose ma ci siamo dovuti adattare molto al sound dello studio.
Suoni crudi, sogni e video
Dal punto di vista sonoro, il live ha una veste molto “cruda”. Una necessità o una scelta precisa?
Fondamentalmente è stata una necessità che ci ha risparmiato parecchi grattacapi in termini di tempo e denaro. A livello logistico la preparazione di un power trio è molto semplice; generalmente, sta a noi essere bravi musicisti nel far rendere il suono con pochi strumenti. Alla fine, sono state le sonorità raggiunte grazie alla strumentazione della Tana del Bianconiglio che hanno aiutato molto a creare una situazione underground e ruvida; la giusta energia rock che cercavo.
Realisticamente parlando, ma sognando anche un po’, qual è la venue che riterresti più adatta a un tuo concerto, potendo scegliere senza limiti?
Mi piacerebbe molto suonare allo O2 Shepherd’s Bush Empire forse perché ho vissuto proprio lì davanti per alcuni anni. Il video di Wild Bloom, per esempio, è stato girato proprio in quella strada. Mi piacciono i posti piccoli dove il suono rimbalza tra le pareti. In questa specie di cilindro a forma ovale dove il pubblico e la band creavano una sinergia perfetta sono riuscito a vedermi concerti del calibro di Lana Del Rey e Marc Martel con i Queen Extravaganza.
Il concerto è stato tutto anche filmato: che ne farai dei video relativi agli altri brani?
Working Class Hero e Rush sono già stati pubblicati. Adesso stiamo aspettando di pubblicare qualcos’altro che sicuramente sarà The Distance in Beetween ma non voglio anticipare niente; ci stiamo adattando ai tempi di promozione. Rimane anche All The Power of Desire, il primo video a colori che riuscimmo a finire subito a poca distanza dalla data del concerto, forse il più riuscito.
Come stiamo messi con il tuo nuovo disco di inediti, In Glam?
In Glam è finito per metà, abbiamo fatto il mastering dei pezzi più importanti. Per i video bisogna aspettare qualche mese; a ora ho soltanto delle idee però sto aspettando il momento per recuperare le giuste energie che contano. Per le foto abbiamo in mano qualcosa di veramente artistico. Spero di riuscire a finalizzare In Glam entro fine 2023; ho sempre paura di fare le cose in maniera superficiale forse perché sono un instancabile perfezionista. Voglio prendendomi il giusto tempo per curare i pezzi senza la frenesia di far uscire qualcosa per gli altri ma solo con la voglia di esprimere tutto quello che rimane nel mio cuore e nella mia mente.