Cristiano Pucci, “liveWRHS”: recensione e streaming

Cristiano Pucci pubblica liveWRHS, un album interamente registrato dal vivo alla Tana del Bianconiglio (White Rabbit Hole Studio, il che spiega il titolo). Una scelta controtendenza per l’artista toscano, trapiantato a Londra, che però aveva un’urgenza espressiva importante nel mostrare a tutti il proprio lato “da concerto”, mettendo in evidenza lati che in studio rimangono nascosti.

“Sdraiato a terra come i Doors” sulla copertina del disco, Pucci “assaggia” le assi del palco, ingigantisce suoni e sensazioni e prova a dare il meglio di sé, distribuendolo su otto canzoni. Accompagnato da Alessandro Cambi, Simone Sandrucci e Luigi Cinefra, Cristiano Pucci ripercorre alcune delle tappe salienti della sua avventura musicale fin qui, offrendo prospettive diverse a un materiale già molto significativo.

Cristiano Pucci traccia per traccia

Il live si apre con Rush, singolo di presentazione dell’album: un pezzo semplice e tirato, che contribuisce al meglio a entrare nell’atmosfera giusta per una performance intenso.

Altre idee e aria differente quella di All the Power of Desire, oscura, magmatica e profonda. Tutte le potenzialità glam di Cristiano Pucci affiorano in uno dei brani più riusciti finora della carriera del musicista toscano.

Arriva John Lennon con la cover di Working Class Hero, particolarmente adatta ai tempi che viviamo: la resa del brano è potente, arrangiata con toni quasi da desert rock.

The Distance in Beetween aggiunge ulteriore carico emotivo al percorso compiuto fin qui, grazie a un passo quasi epico, a risonanze molto vaste e a un pathos difficile da ignorare.

La voce di Cristiano si erge quasi isolata all’inizio di Wild Bloom, che rimane composta per gran parte del tempo ma che termina lasciando andare tutte le energie residue.

Tocca poi a Do it Again, regolata da un battito preciso, imbevuta di nostalgie sonore e costruiti su dinamiche sempre più cospicue. Un giro di Magic Roulette è necessario per variare suoni e per ruggire un po’ di più

La chiusura è riservata a I Know It’s Wrong, passo ondeggiante e altre dosi di elettricità da scaricare sul palco, ben coniugate insieme a una linea di basso consistente. La voce di Pucci si permette altezze e variazioni senza grandi freni.

La dimensione dal vivo, ben rodata lungo tour sfiancanti nei pub londinesi, si confà perfettamente alla personalità e al materiale sonoro di Cristiano Pucci: il live può anche essere una pratica ormai quasi desueta, ma può offrire senza dubbio uno squarcio di verità sulla produzione sempre più notevole del songwriter toscano.

Genere musicale: glam rock

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