Cristiano Pucci, “Madness in Heaven”: la recensione
Esce oggi, 9 dicembre 2022, Madness in Heaven, il nuovo ep di Cristiano Pucci, cantautore e musicista toscano, ma intriso di cultura londinese, anche grazie al fatto che nella capitale britannica vive da anni.
Il nuovo ep riunisce canzoni già pubblicate come singoli oppure lasciate “a maturare” per qualche anno, sulla strada di quello che sarà il nuovo album, in uscita nel 2023.
La produzione è stato un processo doloroso e ricco di contrasti, un lavoro per me non convenzionale. Metabolizzavo il nuovo sound velocemente ma allo stesso tempo dovevo adattare la mia voce e lavorare con altri musicisti. La mia attitudine rock spinta risultava pesante negli arrangiamenti folk psichedelici pulp e retrò tipo in “All The Power Of Desire”. Tutto questo mi ha fatto crescere molto. In “I Know It’s Wrong”, che era nel cassetto già dal 2018, abbiamo registrato tutto al volo ed è stata la prima a essere lanciata. “Wild Bloom” e “All The Power Of Desire”, invece, sono state completamente ripensate e arrangiate da zero. Magic Roulette è un remake di una precedente uscita in “Sex & Love”.
Cristiano Pucci traccia per traccia
Molto brit e anche piuttosto lennoniana, I know it’s wrong apre l’ep con suoni già ricchi e potenti, benché il cantato sia gentile. Ma il drumming si fa sentire e così un finale piuttosto teatrale e ricco di sorprese.
Si fa anche più rumorosa e psichedelica Magic Roulette, che sa di anni Settanta, ma che mette anche meglio a fuoco le tendenze sonore di Cristiano. Sulla roulette gira la pallina, mentre gli strumenti confezionano un ambiente molto denso in cui giocare le proprie fiches.
Ecco poi Wild Bloom, altro singolo accompagnato da relativo video che offre un giusto compromesso tra intensità e intimità. Che però sono spazzate via da un finale particolarmente tempestoso e interessante.
Il ritmo rallenta e le sensazioni si fanno più estese con All the Power of Desire, power ballad che è uno scrigno di sensazioni differenti e di aperture improvvise.
L’ep si chiude con My baby, che ha risonanze oscure, prima di lasciare che la chitarra e la voce aprano le proprie sensazioni verso l’esterno. Ma anche spazio per qualche sensazione piuttosto “weird”, che offre colori diversi al brano.
Un sound ricercato e studiato, una veste differente anche per canzoni già note e in ogni caso un riassunto molto efficace per Cristiano Pucci, che riafferma la propria personalità curiosa e articolata in un pugno di brani che colpiscono nel segno.