Le ferite del gelo è il nuovo disco dei Cucineremo Ciambelle, quattro riminesi sparsi per il mondo in continua ricerca di un equilibrio tra spensieratezza e dolore, la cui polarità contrapposta lascia spazio nel mezzo per un gran tumulto di creatività, sostenuta da domande e riflessioni che nelle opere della band trova sfogo.

Da quando abbiamo scritto e pubblicato ‘Fingere di essere ciò che si è’, siamo riusciti a collegare molti dei punti che compongono l’universo di cose che ci fa stare male e che abbiamo sempre esplorato con la nostra musica. È stato perlopiù un percorso individuale, visto che negli anni non ci siamo visti poi tanto, ed è stato un percorso che ci ha portati verso nuove diverse risposte. In ‘Le Ferite del Gelo’ il filo rosso che corre lungo tutto ciò che abbiamo prodotto continua a correre indisturbato. L’occhio critico e imbarazzato con cui si guarda il proprio passato continua e continuerà per sempre a scrutare: significa che ci stiamo capendo, ci stiamo migliorando, che ci stiamo provando.

Cucineremo Ciambelle traccia per traccia

Combinazioni vocali armoniche e articolate prendono spazio in Mimi, brano morbido e malinconico che apre il disco.

Abbocco e poi affogo approfondisce le sensazioni pur suonando abbastanza stravagante, con riccioli di chitarra e una certa giocosità triste a caratterizzare l’umore complessivo.

SI fa più nervosa Oro, con un drumming particolarmente irregolare e scoppiettante, a opporsi a un cantato dimesso e intimo, ma altrettanto irregolare.

Si procede con Pallone gonfiato, che parte in modo sommesso per poi rivelarsi piuttosto esplosiva, sempre con un’interpretazione varia e originale di sonorità, voci e strumentazione.

Esplode invece in modo più “tradizionale” (più o meno) Ho fatto un sogno, che pure gioca con qualche dissonanza e si mette un po’ sghemba a livello vocale.

Stalontanodame! si scrive tutto attaccato e condensa il proprio invito in due minuti molto fluttuanti. Un po’ più arzigogolate le intenzioni di Respirava, con I Le Lucertole, incontro ricco di tensione.

A chiudere, ecco i due minuti e mezzo di Grandi Spalle, molto intessuta di chitarra, sempre con un battito innervosito, sempre con un confronto armonico di voci.

Originali a partire dal nome, i Cucineremo Ciambelle si mettono in circolo costeggiando varie correnti del rock alternativo, ma soprattutto fornendo un’interpretazione sonora propria, personale e molto viva, senza uscire mai dall’intimità, per quanto rumore facciano e per quanto alzino le voci.

Genere musicale: rock alternativo

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